Slamming, caccia ai domini altrui

Slamming, caccia ai domini altrui

Si segnala la circolazione, mai interrotta, di una lettera che induce il destinatario a trasferire i propri domini internet. Attenzione alla falsa fattura all'americana
Si segnala la circolazione, mai interrotta, di una lettera che induce il destinatario a trasferire i propri domini internet. Attenzione alla falsa fattura all'americana


Roma – Chi credeva che la cosa si fosse finalmente conclusa si è sbagliato. La truffa che Punto Informatico ha segnalato lo scorso ottobre continua ad imperversare e a prendere di mira i possessori di dominio.

Ne dà notizia il fornitore di servizi internet italiano TLCweb.it che fa ancora una volta riferimento alla pratica dello slamming , ossia al raggiro messo in piedi da una fantomatica società che si presenta come “Domain Registry of Europe” oppure “of America” oppure ancora “of Australia”.

Questa società invia a molti titolari di nomi a dominio una comunicazione scritta, in inglese, che chiede il pagamento per rinnovare le registrazioni di domini internazionali, come i.com o i.net.

“Questa comunicazione – spiegano quelli di TLCweb – viene spedita alla grande maggioranza dei proprietari di domini in tutto il mondo ed è solo una lettera pubblicitaria inviata utilizzando i dati pubblici WHOIS dei nomi a dominio, che indicano i dati dei proprietari dei domini e la data di scadenza dei contratti. L’obiettivo di questa società è quello di far rinnovare il dominio in scadenza, trasferendolo di conseguenza ad un altro Registrar il cui nome non è neppure indicato nella lettera. La società in questione risulta essere solamente un rivenditore di questo Registrar”.

Il problema? E’ l’aspetto della lettera, molto simile ad una fattura e pensato dunque per spingere l’utente a pagare. “Il fatto più grave – afferma TLCweb – è che, accettando di pagare, l’ignaro utente trasferisce, senza saperlo, la gestione del proprio dominio automaticamente al DROA, abbandonando la precedente società presso la quale il dominio in scadenza era stato registrato, rischiando anche di perdere gli annessi servizi”.

Come sempre, dunque, occhi aperti in attesa che l’autorità giudiziaria, da tempo al lavoro sulla questione, riesca a far cessare questo raggiro.

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Pubblicato il
23 set 2003
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