Foxconn, la rivolta operaia

Foxconn, la rivolta operaia

Decine di feriti e arresti nella notte. Nel caos la fabbrica di Tai Yuan, a poche settimane dal reportage di un giornalista sotto copertura. Produzione fermata per le indagini
Decine di feriti e arresti nella notte. Nel caos la fabbrica di Tai Yuan, a poche settimane dal reportage di un giornalista sotto copertura. Produzione fermata per le indagini

Più di 2mila lavoratori coinvolti, con un bilancio di 40 feriti e alcuni arresti. Nella notte cinese una maxi-rissa ha sconvolto la routine della fabbrica di Tai Yuan, una delle sedi del colosso Foxconn. Migliaia di agenti di polizia sono stati inviati dalle autorità locali per sedare gli scontri, pare terminati solo alle 3 del mattino (ora locale).

A scatenare tanta violenza , lo scontro tra un gruppo di dipendenti e il gestore di un ristorante all’interno del centro Foxconn di Tai Yuan. È solo una delle versioni apparse online – testimonianze fotografiche sono sparite dopo poche ore dal social network Weibo – a raccontare al mondo l’esatta dinamica dell’accaduto.

rivolta a foxconn

Stando alla testata specializzata Engadget , la rissa sarebbe scoppiata in seguito alla violenza esercitata da un supervisore della fabbrica di Foxconn su un giovane dipendente . Il caso avrebbe fatto deflagrare il malcontento, già ampiamente alimentato dalle misere condizioni di lavoro e dai turni massacranti.

È infatti recente il reportage di un giornalista cinese sotto copertura, assoldato per una settimana nella stessa fabbrica di Tai Yuan. Al lavoro nelle fasi d’assemblaggio del nuovo iPhone 5, l’inviato del quotidiano asiatico Shanghai Evening Post ha illustrato dettagli impressionanti sulle condizioni sanitarie e i ritmi di lavoro al minuto.

“La fabbrica resterà chiusa per poter effettuare indagini”, ha commentato a caldo un portavoce di Foxconn. Lo stesso fornitore asiatico ha inoltre sottolineato come alla base degli scontri non vi siano motivazioni legate alle condizioni lavorative . Una spiegazione che non ha convinto molti osservatori.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
24 set 2012
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