Google e la trimestrale prematura

Google e la trimestrale prematura

Un errore umano provoca la pubblicazione precoce degli ultimi risultati finanziari di BigG. Il titolo crolla in Borsa. Delusi gli analisti, tra costoso hardware mobile e pubblicità in calo
Un errore umano provoca la pubblicazione precoce degli ultimi risultati finanziari di BigG. Il titolo crolla in Borsa. Delusi gli analisti, tra costoso hardware mobile e pubblicità in calo

“PENDING LARRY QUOTE”. Ai responsabili di R.R. Donnelley, società specializzata nelle attività di stampa dei risultati finanziari, mancano solo le dichiarazioni del CEO di Google a commentare l’ultima trimestrale del colosso di Mountain View. “Mi dispiace moltissimo per questo pasticcio”, ammetterà Larry Page alla stampa statunitense più tardi. Alcune ore prima del previsto, un banale errore umano ha provocato l’invio non autorizzato al pubblico dello stampato destinato alla Securities and Exchange Commission (SEC) .

Un banale errore umano che è costato 24 miliardi di dollari alla società californiana, costretta a fermare le contrattazioni al NASDAQ per eccesso di ribasso dei suoi titoli azionari. Trascinato dalla pubblicazione prematura dei risultati trimestrali , il valore borsistico di BigG è crollato dell’11 per cento – toccando i 687,30 dollari ad azione – facendo subito scivolare la capitalizzazione a 227,29 miliardi di dollari . Ovviamente crollato anche il titolo di R.R. Donnelley, a rischio denuncia dopo il “pasticcio”.

Al di là delle perdite e degli implacabili meme internettiani , i risultati trimestrali della Grande G – praticamente gli stessi indicati da R.R. Donnelley nel documento sfuggito per sbaglio – hanno leggermente deluso le previsioni degli analisti di Wall Street, che si attendevano un profitto di 10,63 dollari ad azione per un totale di 11,86 miliardi. Google ha invece riportato 9,03 dollari ad azione per un totale di 11,33 miliardi .

Nell’ultimo trimestre d’attività finanziaria l’azienda di Mountain View ha riportato un guadagno netto di 2,18 miliardi di dollari, in discesa rispetto ai 2,73 miliardi nello stesso trimestre dell’anno precedente . Una situazione che non ha allarmato più di tanto il CEO Larry Page, pronto a sottolineare un guadagno da 8 miliardi di dollari nel mercato mobile , tra entrate pubblicitarie, applicazioni e fornitura di contenuti agli utenti.

È però vero che le ambizioni di Google nell’hardware mobile risultano sempre più costose , dopo l’acquisizione da 12,5 miliardi di dollari degli asset di Motorola Mobility, società che rimane in perdita netta per 233 milioni di dollari . Non è tuttora chiaro come BigG intenda impiegare l’azienda, limitatasi a snellimenti del personale e ristrutturazione delle aree business. Il gigante del search dovrà inoltre pagare un totale di 90 milioni di dollari per l’uscita di alcune divisioni dal mercato.

Non solo hardware mobile . Un altro problema per Mountain View è certamente rappresentato dal settore pubblicitario, in particolare nel meccanismo pay-per-click sulle ricerche tramite smartphone e tablet. Dai link in mobilità, il totale pagato a singolo click è sceso del 15 per cento rispetto al 2011 , per un guadagno complessivo diminuito del 17 per cento. Al di là del vistoso 33 per cento di click pubblicitari guadagnati grazie all’espansione delle tecnologie mobile .

In sostanza, se il numero delle ricerche online continua ad aumentare – anche grazie a quelle eseguite attraverso smartphone e tablet – gli introiti pubblicitari per click tendono a diminuire , minacciando uno dei settori principali in cui Google ha sempre riposto grandissima fiducia e forza nei confronti dei vari competitor . Stesso discorso per il social network Facebook, che ancora deve trovare un modo pienamente efficace per convincere gli advertiser a pagare di più per i click sui dispositivi in mobilità.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
19 ott 2012
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