UE: l'IVA sugli ebook è uguale per tutti

UE: l'IVA sugli ebook è uguale per tutti

La Commissione Europea ha ordinato a Francia e Lussemburgo di allineare la tassazione sui libri digitali a quella degli altri paesi. Un'azione formale volta a ripristinare le distorsioni nel sistema della concorrenza
La Commissione Europea ha ordinato a Francia e Lussemburgo di allineare la tassazione sui libri digitali a quella degli altri paesi. Un'azione formale volta a ripristinare le distorsioni nel sistema della concorrenza

La Francia e il Lussemburgo hanno trenta giorni di tempo per aumentare l’IVA sugli ebook prima che venga chiamata in causa la Corte di Giustizia Europea: è l’ ultimatum lanciato ai due paesi dalla Commissione di Bruxelles.

L’azione formale segue di qualche mese la lettera di messa in mora inviata a Parigi e Lussemburgo dopo la decisione dei due stati di abbassare l’imposta sui libri digitali rispettivamente al 7 per cento e al 3 per cento , contravvenendo, secondo la Commissione Europea, alla normale tassazione su beni e servizi digitali. In questo modo, i produttori localizzati in Lussemburgo, tra cui Amazon, Kobo, Barnes & Noble e Bilbary, godrebbero di un regime di tassazione privilegiato rispetto ad altre aziende che hanno sede in altri paesi in cui la tassa sul valore aggiunta ammonta al 20 per cento. Così, secondo le autorità europee, poche società provocherebbero una distorsione nel sistema della concorrenza a svantaggio di tutti gli altri operatori .

Proprio l’azienda fondata da Jeff Bezos è stata accusata di godere di un livello di tassazione inferiore rispetto ai concorrenti e, per giunta, di costringere gli editori britannici che utilizzano la piattaforma per la vendita dei propri ebook a coprire il 20 per cento imposto , anche se i rivenditori online devono provvedere a pagare solo una parte dell’intera tassa.

Per questo motivo, Bruxelles ha richiesto di portare al 15 per cento l’IVA sui servizi digitali e ripristinare in questo modo l’equilibrio. Oltre ad Amazon, dovranno provvedere all’aggiustamento anche aziende come Skype e Netflix, che, come la società di Seattle, hanno approfittato delle scorciatoie fiscali offerte dal Lussemburgo.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
26 ott 2012
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