Mozilla, dolori senza il ballot screen

Mozilla, dolori senza il ballot screen

La software house statunitense denuncia l'emorragia di download nel periodo in cui Windows 7 SP1 veniva distribuito senza il meccanismo di scelta dei browser. Azione legale contro BigM?
La software house statunitense denuncia l'emorragia di download nel periodo in cui Windows 7 SP1 veniva distribuito senza il meccanismo di scelta dei browser. Azione legale contro BigM?

Le accuse dai vertici della Mozilla Foundation, dopo quelle notificate dalla Commissione d’Europa al gigante Microsoft per la delicata questione ballot screen. Nelle copie di Windows 7 – quelle aggiornate al Service Pack 1 messe in vendita dal febbraio 2011 al luglio 2012 , la specifica finestra per le opzioni di scelta del browser è stata completamente ignorata, causando un danno evidente alle società di sviluppo rivali.

Stando alle stime diramate dal vicepresidente di Mozilla, la software house statunitense avrebbe perso un totale tra 6 e 9 milioni di download nel periodo in cui Microsoft ha piazzato le sue copie prive del ballot screen. Il livello di download giornalieri del browser Firefox sarebbe sceso del 63 per cento – circa 20mila ogni 24 ore – fino all’introduzione della finestra di scelta per tutti gli utenti europei di Windows 7 SP1 .

Da quel preciso istante, la quota complessiva di download di Firefox sarebbe aumentata del 150 per cento – circa 50mila scaricamenti al giorno – una crescita che non potrebbe rientrare tra le semplici coincidenze che si verificano nel mercato. Stando ai dati diramati dalla società d’analisi Net Applications , Mozilla avrebbe perso una quota di mercato pari al 3,6 per cento, dal 23,7 per cento nel gennaio 2011, quando il ballot screen era attivo sui PC con licenze Windows .

Non è chiaro se i rappresentanti della società di sviluppo – da sempre un’organizzazione non profit e dunque affamata di utenti, download e donazioni – intendano ricorrere alle vie legali per ottenere un risarcimento dal colosso di Redmond. Microsoft già sta rischiando una sanzione pari al 10 per cento del suo fatturato annuale per aver violato le predisposizioni comunitarie sull’introduzione obbligatoria delle opzioni di scelta del browser.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
2 nov 2012
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