Ofcom, luce sui pirati d'Albione

Ofcom, luce sui pirati d'Albione

L'authority britannica pubblica un report per studiare le abitudini di consumo dei contenuti audiovisivi illeciti. Un cittadino su quattro smetterebbe per evitare la disconnessione
L'authority britannica pubblica un report per studiare le abitudini di consumo dei contenuti audiovisivi illeciti. Un cittadino su quattro smetterebbe per evitare la disconnessione

Nuovi dati snocciolati dalla britannica Ofcom, autorità indipendente per la regolamentazione nel settore delle comunicazioni. Finanziato dai vertici dell’ Intellectual Property Office (IPO), uno studio basato sulle interviste a più di 4mila netizen nel Regno Unito, sulle attuali abitudini di scaricamento e consumo di materiale audiovisivo in violazione del copyright .

Più del 20 per cento del campione studiato da Ofcom ha ipotizzato la fine delle attività di download e streaming illecito, qualora giungesse una missiva a paventare la disconnessione delle singole utenze dalla rete Internet . Una percentuale scesa al 14 per cento in caso di minacce sul semplice rallentamento della velocità di banda.

Modellato sulla dottrina Sarkozy e suoi tre colpi anti-pirateria, il testo di legge noto come Digital Economy Act ( DEA ) ha previsto l’invio a raffica di notifiche ai singoli abbonati di tutti quei provider con più di 400mila clienti. I vertici di Ofcom sono dunque stati incaricati di studiare le reali abitudini di consumo illecito degli utenti, per avere un quadro chiaro della situazione in terra d’Albione.

Nel report di Ofcom, il 39 per cento degli scariconi britannici smetterebbe in presenza di contenuti leciti a prezzi più abbordabili . Il 32 per cento preferirebbe invece una disponibilità totale dei contenuti sulle principali piattaforme della distribuzione legale.

Passando ai numeri del consumo pirata, il 47 per cento dei software per desktop PC è stato scaricato in maniera non autorizzata. Percentuali leggermente più basse per film (35 per cento), musica (26 per cento) e libri in formato elettronico (12 per cento) . Tra i motivi alla base dello scaricamento, l’ovvia gratuità, seguita dalla velocità dell’acquisizione online.

Il report di Ofcom sarà comunque visto come un utile strumento per inquadrare l’ecosistema della condivisione illecita prima di ulteriori sviluppi normativi. Come sottolineato dall’esperto avvocato Guido Scorza, un modello per AGCOM, dopo il fallimento delle operazioni del comitato contro la pirateria audiovisiva affidato all’ex-Segretario alla Presidenza del Consiglio Mauro Masi, mai supportate da un’analisi dei comportamenti dei cittadini italiani.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 22 nov 2012
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