Kim Dotcom, l'informatore del copyright

Kim Dotcom, l'informatore del copyright

Nell'estate del 2010, il founder di Megaupload ha aiutato il governo statunitense ad incastrare gli admin di NinjaVideo. Offrendo in sacrificio gli stessi 40 film poi usati contro di lui
Nell'estate del 2010, il founder di Megaupload ha aiutato il governo statunitense ad incastrare gli admin di NinjaVideo. Offrendo in sacrificio gli stessi 40 film poi usati contro di lui

Nuovi retroscena nel thriller legale che ha investito l’imperatore del file hosting Kim Dotcom, in attesa del processo – la cui data dovrebbe slittare al prossimo luglio – che accetterà o meno la richiesta d’estradizione per i suoi crimini contro il copyright. Nell’estate del 2010, il governo statunitense ha chiesto aiuto ai responsabili di Megaupload, nell’ambito di un’operazione segreta contro gli admin di NinjaVideo.

Stando ai dettagli forniti dalla redazione statunitense di Wired , il governo a stelle e strisce ha ottenuto un mandato di perquisizione per l’analisi di 39 film caricati dai gestori del sito di streaming NinjaVideo sui server di Megaupload . In altre parole, la piattaforma di Hana Beshara e Matthew Smith avrebbe ottenuto appoggio tecnico dal cyberlocker con base ad Hong Kong.

Considerato dagli States come un comune fornitore di spazio online, Megaupload ha permesso agli agenti federali di analizzare numerosi indirizzi IP nei server della società di hosting Carpathia . Il gruppo di quasi 40 film pirata verrà poi utilizzato dal Department of Justice (DoJ) per incastrare gli admin di NinjaVideo, successivamente arrestati e condannati per massiva violazione del diritto d’autore.

“Come fanno tutti i cittadini onesti, Megaupload ha collaborato seguendo le richieste del governo statunitense”, ha ora commentato l’avvocato di Dotcom Ira Rothken. Peccato che quello stesso gruppo di 39 film illeciti verrà utilizzato dallo stesso governo statunitense per dimostrare le attività criminose della piattaforma di file hosting , una delle prove cruciali per decretare il sequestro del dominio e lanciare le accuse contro Dotcom.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 22 nov 2012
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