Scuola, il software libero e il concorsone

Scuola, il software libero e il concorsone

Una diffida legale firmata da molteplici associazioni per rivedere i criteri di valutazione della competenza informatica per i futuri docenti. In attesa di una risposta ufficiale dal Ministero
Una diffida legale firmata da molteplici associazioni per rivedere i criteri di valutazione della competenza informatica per i futuri docenti. In attesa di una risposta ufficiale dal Ministero

Una diffida legale rivolta al Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per tutelare i futuri insegnanti e i loro alunni dalle domande di informatica del Concorso Scuola 2012. A insorgere sono l’Associazione per il Software libero (AsSoLi), Free Software Foundation (FSFE), l’Associazione per l’Informazione Geografica Libera (GFoss.it), Free Software Users Group Italia (FSUGItalia), Italian Linux Society (ILS), LibreItalia, Wikimedia Italia (WMIT) e altre 38 organizzazioni secondo cui le domande del cosiddetto concorsone sono “discriminatorie nei confronti degli utenti di software libero”.

Secondo i firmatari della lettera , il set di domande volte a esaminare le competenze digitali dei candidati “risulta essere a tratti fuorviante, scritto con linguaggio improprio, con numerosi errori”; ma soprattutto, sostengono le associazioni, nessuno dei quesiti sembra essere davvero in grado di valutare la “cultura digitale” degli aspiranti docenti oltre a essere discriminatori dal punto di vista tecnologico e in particolare nei confronti degli utenti di software libero .

Il presidente di AsSoLi, Renzo Davoli, professore associato di informatica all’Università di Bologna, ha condotto un’analisi delle domande pubblicate sul sito del Ministero e ha proposto anche delle domande alternative, tecnologicamente neutrali e culturalmente valide a suo parere. Il giudizio di Davoli sui quesiti ministeriali è al vetriolo: “che aridità e ignoranza dimostrano queste domande. Sembra che le competenze digitali corrispondano al saper usare un computer, anzi uno specifico tipo di computer, con uno specifico sistema operativo e specifiche applicazioni”.

La critica di Davoli è stata condivisa da molti docenti, ripresa all’interno della comunità che ruota attorno al software libero per arrivare a una interpellazione diretta del Ministero. La decisione di procedere con una diffida legale deriva dalla convinzione che il quiz predisposto dal Ministero rischi di mettere in svantaggio gli utenti dei sistemi operativi diversi da Windows e in particolare gli utenti di software libero.

Se il Ministero accoglierà l’istanza, la preselezione del concorso potrebbe svolgersi senza le domande incriminate; in ogni caso, in base alla legge sul procedimento amministrativo, il Ministro ha l’obbligo di rispondere entro 30 giorni di tempo per fornire alle associazioni richiedenti i documenti relativi alla predisposizione del test.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
17 dic 2012
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