Open Compute, un progetto che avanza

Open Compute, un progetto che avanza

L'iniziativa "open" avviata da Facebook acquista consensi, nuovi membri e nuove tecnologie per l'ottimizzazione dei server. Intel presenta le sue prime applicazioni di fotonica al silicio, mentre AMD dispensa motherboard
L'iniziativa "open" avviata da Facebook acquista consensi, nuovi membri e nuove tecnologie per l'ottimizzazione dei server. Intel presenta le sue prime applicazioni di fotonica al silicio, mentre AMD dispensa motherboard

A poco più di un anno dall’apertura ufficiale dei lavori, il progetto Open Compute di Facebook per la realizzazione di standard “aperti” applicati all’ottimizzazione dei data center fa proseliti e funge da sfondo all’annuncio di importanti avanzamenti tecnologici da parte di aziende grandi e piccole.

In questi giorni l’iniziativa Open Compute celebra se stessa e la fondazione che vi sta alle spalle in un summit a tema in California, e fra i tanti annunci spicca quello di Intel: la silicon photonics di Santa Clara ha superato la fase prototipale , e mentre IBM ancora fa ricerca Chipzilla include i suoi nuovi componenti silicio-fotonici in un design per server “disaggregati”.

“Intel e Facebook collaborano allo sviluppo di una nuova architettura server rack disaggregata – ha spiegato Santa Clara durante l’Open Compute Summit – che consente l’upgrade indipendente dei sottosistemi di elaborazione, rete e storage, ed è destinata a definire il futuro dei mega data center nei prossimi dieci anni” o per svariate generazioni di processori (x86).

Unendo i vantaggi economici derivanti dall’uso del comune e poco costoso silicio e i vantaggi prestazionali della silicon photonics, Intel sostiene di aver raggiunto un’ampiezza di banda (di rete) di 100 Gbps riducendo nel contempo il numero di cavi, estendendo la portata delle connessioni e ottimizzando grandemente l’efficienza energetica rispetto alle attuali connessioni in rame.

Ma Open Compute non è solo Intel e Facebook, e i nuovi membri che la fondazione può ora includere fra i propri supporter includono EMC, Sandisk, Fusion-io e Rackspace. Nel caso di Fusion-io, la società ha ufficialmente “donato” il design di schede di memoria Flash ioScale all’iniziativa. Il design potrà dunque essere usato e personalizzato senza vincoli dai membri di Open Compute, mentre Fusion-io si avvantaggerà del fatto che ioScale è basato sulla tecnologia di controller commercializzata dalla società.

A trarre indubbio vantaggio economico e tecnologico da Open Compute sarà poi anche Rackspace, che ha annunciato l’intenzione di abbandonare i suoi partner tradizionali per la costruzione di server (Dell e HP) e di servirsi dei design “open” del progetto contrattando la realizzazione di rack e box con produttori terzi.

Al summit Open Compute c’erano infine anche AMD con la sua nuova motherboard Open 3.0 – prodotto basato su CPU Opteron 6300 e adatto a ogni genere di computing ad alte prestazioni – e Dell con la scheda X-Gene , prodotto basato su architettura ARM a 64-bit che batte sul tempo la concorrenza – HP e i suoi server Redstone – ed è capace di convivere tranquillamente con processori x86 (Intel e AMD) installati all’interno dello stesso server.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
17 gen 2013
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