Match.com e le relazioni pericolose

Match.com e le relazioni pericolose

Una donna chiede al sito di appuntamenti un risarcimento a sei zeri. Aggredita da un uomo conosciuto online, la vittima sostiene che Match.com non informi sui rischi reali degli appuntamenti al buio
Una donna chiede al sito di appuntamenti un risarcimento a sei zeri. Aggredita da un uomo conosciuto online, la vittima sostiene che Match.com non informi sui rischi reali degli appuntamenti al buio

Il sito di incontri online Match.com si trova di nuovo al centro di un caso giudiziario per un appuntamento finito male: una donna statunitense ha denunciato i responsabili della piattaforma, chiedendo un risarcimento monetario pari a 10 milioni di dollari.

Mary Kay Beckman, la protagonista della vicenda, sostiene di essere stata tratta in inganno dal sito dopo aver subito un’aggressione da parte dell’uomo conosciuto online. Beckman aveva iniziato a frequentare le pagine online di Match.com nell’agosto 2010 e, dopo qualche giorno di frequentazione con Wade Ridley, ha deciso di troncare la relazione, subendo per questo vessazioni e un’aggressione da parte dell’uomo.

Nei documenti presentati in tribunale, Beckman accusa Match.com di veicolare informazioni poco trasparenti e di presentare condizioni di sicurezza che non corrispondono alla realtà. L’accusa di negligenza sarebbe sostenuta, secondo l’accusa, dal fatto che il sito abbia mancato di metterla in guardia dalla potenziale pericolosità degli incontri e dalla possibilità di incontrare “un individuo le cui intenzioni non erano quelle di trovare un compagno, bensì di scovare vittime da uccidere o violentare”.

Da parte sua, Match.com sostiene che quanto accaduto a Beckman sia “orribile”, ma allo stesso tempo ritiene un’azione “assurda” il ricorso in tribunale. Secondo i responsabili della piattaforma, milioni sono le persone che hanno trovato l’amore attraverso gli appuntamenti online e che ritengono soddisfacenti le condizioni di utilizzo del sito. Ciò che concerne un singolo individuo, dunque, non può coinvolgere un’intera comunità di uomini e donne alla ricerca di incontri piacevoli.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
29 gen 2013
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