Se il super WiFi non è come sembra

Se il super WiFi non è come sembra

Una notizia circola per il mondo e presuppone la volontà politica di realizzare reti WiFi gratuite in tutti gli Stati Uniti. Ma la notizia è mal posta: si tratta solo di mettere all'asta i white space televisivi
Una notizia circola per il mondo e presuppone la volontà politica di realizzare reti WiFi gratuite in tutti gli Stati Uniti. Ma la notizia è mal posta: si tratta solo di mettere all'asta i white space televisivi

Uno spettro si aggira per la rete telematica mondiale, una mezza “bufala” che vorrebbe la Federal Communications Commission (FCC) statunitense impegnata a promuovere l’installazione di reti “super WiFi” gratuite in tutte le città. Ma è tutto falso, o quasi: le reti super WiFi ci saranno ma avranno un costo. Per tutti.

La bufala è originata da un articolo pubblicato online dal Washington Post , un pezzo pieno di semplificazioni che si apre con la presunta creazione di “network super WiFi in giro per la nazione, così potenti ed estesi che i consumatori li potranno usare per fare chiamate o navigare su Internet senza pagare una bolletta telefonica ogni mese”.

La verità, come spesso accade, risiede altrove: il super WiFi a cui si riferisce il Washington Post è quello che dovrà nascere dalla regolamentazione dell’uso dei cosiddetti white space , porzioni di spettro elettromagnetico assegnato alle trasmissioni televisive al momento inutilizzate.

La FCC ha da tempo stabilito che i white space dovranno essere assegnati alle comunicazioni telematiche, ma nulla di quanto emerso pubblicamente parla di reti “gratuite” per tutti : in realtà, diversamente da quanto sostiene il reporter del quotidiano statunitense, al momento l’agenzia governativa è impegnata a stabilire il modo migliore per liberalizzare le porzioni di spettro inutilizzate, e in tal senso carrier mobile e aziende con una forte presenza online stanno fornendo alla FCC ciascuno la propria visione di come andrebbe gestita la deregolamentazione dei white space.

Ognuno prende posizione sull’asta in cui dovrebbero essere concesse le porzioni di spettro per il WiFi ad alte prestazioni, con la prospettiva che le grandi aziende di telecomunicazioni spenderanno un bel po’ di danari per accaparrarsi le frequenze per la propria offerta di connettività. Dall’altro lato del mercato, Google e le altre corporation della “net economy” premono affinché il numero di frequenze dichiarate “libere” da possesso e regolamentazioni sia il più alto possibile .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
5 feb 2013
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