Roma – E ‘ stata una scelta difficile, ragionata, pensata per giorni ma alla fine abbiamo capito che non potevamo farne a meno. Se qualcuno avesse intrapreso un’iniziativa simile l’avremmo preferito. Nessuno però ne ha parlato, nessuno si è mosso per tentare di organizzare un coro per dire NO alla nuova legge sull’editoria (62/2001).
Punto Informatico avrebbe preferito non sobbarcarsi l’onere di una petizione che raccogliesse i malumori di tante persone perché non è un giornale politico e non intende esserlo: ci occupiamo di Internet e di nuove tecnologie e meno che mai sta a noi stabilire “regole”.
Come hanno fatto le altre testate giornalistiche, avremmo potuto tacere e approfittare di una legge che promette agevolazioni economiche e la riduzione della concorrenza. Avremmo potuto fare a meno di sollevare il problema ed evitare il confronto su questa legge, che rischia di diventare uno strumento censorio e arbitrario, ma che fa tanto comodo ai politici, ai giornalisti e alle aziende (anche non editrici!).
Punto Informatico ha fondato la sua esistenza su un rapporto leale e diretto con i propri lettori, ha accettato il confronto con loro perché siamo convinti che è l’unico modo di crescere, di migliorarsi e di avvicinarsi ad una parvenza di Verità. Chi segue PI da qualche tempo conosce la trasparenza con cui il giornale affronta qualsiasi informazione o argomento.
Ci siamo trovati però a constatare come la corporazione degli editori e dei giornalisti ha preferito non riferire, non aprire un dibattito che riteniamo invece fondamentale: senza libertà di parlare, di informare, di discutere non ci può essere crescita culturale. Internet è uno strumento ormai solo relativamente nuovo che permette a chiunque di dire la sua, come mai è stato prima.
Ma è proprio questa Internet, quella del confronto e della crescita culturale, a spaventare i poteri forti: si pensi a cosa significa oggi, per un politico, schierarsi contro queste corporazioni! Siamo in piena campagna elettorale e l’ultima cosa che si cerca è lo scontro con chi l’informazione la trasmette alla gente: il rischio è quello di venire dimenticati, di non essere eletti.
Nei forum di PI abbiamo assistito in questi giorni a prese di posizione di ogni genere, a volte esagerate, febbrili e sconclusionate, altre volte illuminate, ragionate e ricche di spunti di riflessione. Eppure qualcuno pensa che questa occasione di confronto sulla legge sull’editoria sia inutile, che vada sottaciuta. La latitanza dei maggiori media scritti e parlati è massiccia. Che il tema invece sia scottante lo dimostrano le dichiarazioni contraddittorie arrivate un po’ da tutte le parti: c’è chi interpreta in un modo e chi in un altro, evidenziando soprattutto che questa legge è fatta male ed è di difficile interpretazione.
Di sicuro porterà benefici solo a chi di privilegi ne ha già acquisiti (ad esempio, per accedere ai finanziamenti bisogna essere testata giornalistica da almeno tre anni).