In caso di arresto, consultare Google

In caso di arresto, consultare Google

Un giudice canadese chiede a tutte le stazioni di polizia di fornire accesso a Internet ai soggetti finiti in manette. Un ragazzo aveva chiesto di contattare un avvocato con il motore di ricerca di BigG
Un giudice canadese chiede a tutte le stazioni di polizia di fornire accesso a Internet ai soggetti finiti in manette. Un ragazzo aveva chiesto di contattare un avvocato con il motore di ricerca di BigG

Come nei classici polizieschi di Hollywood, un soggetto arrestato ha sempre il diritto di telefonare ai suoi parenti o all’avvocato. Nella visione di un giudice canadese, è arrivato il momento di aggiornare questo fittizio cliché ai moderni tempi di Internet e della diffusione ormai ubiqua dei dispositivi in mobilità. Tutti i dipartimenti di polizia dovrebbero infatti assecondare i diritti dei cittadini fermati considerando le nuove potenzialità del web.

È il caso di un giovane arrestato in Canada per guida in stato di ebbrezza, a cui è stata offerta la classica telefonata da film – nella realtà, si possono effettuare più telefonate a parenti, amici e ovviamente avvocati – per la difesa legale. In tutta risposta, il giovane ha espresso una decisa preferenza per il motore di ricerca Google , decisamente più affidabile e completo di un elenco telefonico o della linea 411 attiva in terra canadese per l’assistenza vocale.

In una corte provinciale di Alberta, il giudice Heather Lamoureux ha dato ragione al ragazzo, dal momento che la maggior parte dei teenager canadesi utilizza smartphone e tablet come fonte primaria d’informazione .

“Nell’anno 2013, è opinione di questa corte che tutte le stazioni di polizia si dotino di accesso a Internet – ha stabilito il giudice – I detenuti devono avere le stesse opportunità di accesso per trovare un avvocato, tramite un elenco telefonico o su Internet”. ( M.V. )

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Pubblicato il 21 feb 2013
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