Da vetro a specchio

Da vetro a specchio

Con una pellicola e una differenza di potenziale ogni finestra diventa una superficie riflettente
Con una pellicola e una differenza di potenziale ogni finestra diventa una superficie riflettente

L’epoca delle tecnologie smart: il cellulare diventa smartphone, l’agenda diventa un tablet e il televisore si evolve in Smart TV. E ben presto a diventare intelligenti potrebbero essere le finestre di casa e ufficio e i cristalli delle automobili e dei mezzi di trasporto in generale. Come? Con una pellicola progettata e presentata dal Japan’s National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) .

pellicola

La pellicola rivoluzionaria è un sottile foglio in materiale plastico capace di passare dallo stato trasparente a quello a specchio in pochi secondi.

Integrato in una finestra di casa o in un finestrino di un qualsiasi veicolo, questa pellicola consentirebbe di ridurre notevolmente il passaggio di luce solare dall’esterno verso l’interno e, di conseguenza, l’energia termica convogliata con i raggi solari.
In questo modo di assisterebbe ad una sorta di isolamento termico degli interni, poiché riflettendo la luce si impedirebbe al vetro di surriscaldarsi e quindi aiuterebbe automobili, condomini e abitazioni ad evitare l’eccessivo surriscaldamento dei mesi estivi, con innegabile risparmio di corrente elettrica per i sistemi di condizionamento dell’aria.

I materiali elettrocromici non sono di per sé una grande novità, tanto che nei nuovi aerei Boieng 787 Dreamline presentati nel 2011 e che oggi rischiano di restare a terra per gravi problemi tecnici alle batterie al litio , esiste un sistema di dimming elettrochimico che agisce sui vetri dei finestrini con un tocco del passeggero. In pratica, il passeggero tocca il finestrino e questo diventa automaticamente più o meno opaco.

Le novità introdotte da questa nuova pellicola dell’AIST sarebbero da ricercare nell’opportunità di applicarla anche alle finestre e ai cristalli di grandi dimensioni già esistenti, senza necessità di sostituzione o di investimenti esosi. Fino ad ora, infatti, la tecnologia dell’elettrocromismo doveva essere integrata nel vetro, aumentando i costi di produzione e quindi di vendita. I portavoce dell’AIST tengono a precisare che con la nuova pellicola tutto questo non ci sarà in quanto: “Fino ad ora ogni transizione si basava su vetro. Ma con questo foglio tecnologico puoi far passare una finestra dalla trasparenza allo specchio semplicemente con l’adesivo”.

Tutto questo è possibile perché: “Da una parte c’è un foglio di acrilico – affermano i portavoce – e dall’altra la nostra pellicola innovativa attaccata agli angoli con del nastro adesivo. Tra il vetro e gli altri componenti c’è uno spazio di 0,1 mm. Noi lo riempiamo con idrogeno, che è prodotto dall’elettrolisi dell’umidità dell’aria. Applicando poi una differenza di tensione di 3 V si può passare dalla trasparenza all’opacità e viceversa”.

Il confronto con i materiali elettrocromici concorrenti esistenti sul mercato non si ferma solo sul piano del costo di produzione, ma anche sulla velocità di passaggio da uno stato di trasparenza a uno di riflessione, come spiegato ancora dagli esperti dell’istituto giapponese: “I vetri elettrocromici cambiano di stato grazie all’elettricità e sono più lenti se le finestre sono grandi. Ad esempio, i finestrini del Boeing 787 impiegano circa 30 secondi a scurirsi, mentre con il nostro sistema le finestre delle stesse dimensioni ce la fanno in 5 secondi. Quindi un’altra peculiarità del nostro sistema è la velocità”.

Infine, c’è il problema del surriscaldamento. Tutti i materiali elettrocromici soffrono il surriscaldamento della superficie esterna a cui consegue un irraggiamento di calore verso l’interno. Il nuovo sistema invece controlla la luce per riflessione, rendendo impossibile lo scambio di temperatura.

Le prime applicazioni di questa pellicola saranno nel settore delle costruzioni civili e nell’automotive, anche se per i parabrezza ci vorrà almeno un anno in più in quanto molte normative nazionali sulla commercializzazione degli autoveicoli impongono una trasparenza di almeno il 70 per cento.

Dall’altra parte, tutto questo entusiasmo per la nuova pellicola dovrà scontrarsi con alcune questioni non da poco, fra le quali la reale efficienza energetica (espressa come rapporto fra l’energia risparmiata per il condizionamento e quella consumata per il passaggio di stato della pellicola sulle grandi superfici), la facile disperdibilità dell’idrogeno inserito fra i componenti, la riflessione non completa nella zona centrale e la non completa trasparenza del materiale in alcune zone.

(via Gizmodo )

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Pubblicato il
22 feb 2013
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