Secure Boot, il kernel Linux non si tocca

Secure Boot, il kernel Linux non si tocca

Il patron del Pinguino non la manda a dire e si esprime in toni (a dir poco) critici sulla possibilità di pasticciare col kernel solo per facilitare l'uso dei certificati Microsoft su PC con Secure Boot abilitato
Il patron del Pinguino non la manda a dire e si esprime in toni (a dir poco) critici sulla possibilità di pasticciare col kernel solo per facilitare l'uso dei certificati Microsoft su PC con Secure Boot abilitato

Linus Torvalds è uno abituato a dire la sua su Linux e dintorni, anche in toni coloriti, e quando c’è da insultare i “partner” che si comportano male il patron del Pinguino recita la parte con gusto e partecipazione . Un episodio recente archiviato sulla mailing list del progetto evidenzia vieppiù questa tendenza del linaro della primissima ora a esprimersi in toni forti quando a suo dire le cose non vanno.

Motivo del (nuovo) contendere è la tecnologia Secure Boot di Microsoft , un sistema di protezione del processo di boot del sistema operativo a livello di firmware hardware (UEFI, ex-BIOS) che si basa sull’autenticazione del boot loader tramite chiavi firmate digitalmente dalle “autorità” preposte allo scopo – in questo caso Microsoft stessa.

Lo sviluppatore Red Hat David Howells vorrebbe introdurre la gestione delle chiavi firmate direttamente all’interno del kernel del Pinguino, ma la patch “offerta” a tal scopo manda Torvalds su tutte le furie e genera l’ennesimo sbotto del peculiare personaggio.

L’idea di fondere le chiavi firmate da Microsoft direttamente nel kernel di Linux è “fottutamente idiota”, dice testualmente Torvalds, e se proprio Red Hat vuole “fare un servizietto” a Microsoft è liberissima di farlo ma nella sua fork di Linux e non nella versione mainstream mantenuta dallo sviluppatore finnico.

Red Hat ha scelto di servirsi dei server di autenticazione in mano a Microsoft per garantire il boot della distro sulle macchine con Secure Boot abilitato. Per Linux Foundation Torvalds è l’autorità ultima in materia di sviluppo del kernel FOSS, e considerando quale sia l’opinione oramai manifesta in materia ben difficilmente tale soluzione potrà apparire nelle future versioni di Linux.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
28 feb 2013
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