La seduta antipirateria

La seduta antipirateria

Una sedia utilizzabile un numero limitato di volte per rappresentare i limiti posti dai sistemi DRM sui contenuti digitali
Una sedia utilizzabile un numero limitato di volte per rappresentare i limiti posti dai sistemi DRM sui contenuti digitali

Di DRM si parla sempre a iosa. E ogni volta , si accendono focose discussioni fra i sostenitori delle restrizioni anticopia e la maggior parte degli utenti, che vede nei DRM un sistema poco efficace contro la pirateria e al contempo limitante per la libertà personale di utilizzo di un contenuto. Così, chi acquista regolarmente i contenuti digitali si trova a dover far fronte all’impossibilità di usufruire del contenuto su altri dispositivi personali. I pirati, d’altra parte, continuano tranquillamente il proprio lavoro di copia e diffusione illegale dei materiali coperti dal diritto d’autore.
Vista così, quindi, l’introduzione dei DRM rappresenta una vera e propria inutilità, a cui gli artisti del gruppo ECAL hanno voluto dedicare un monumento artistico: una sedia DRM.

sedia DRM

Cosa ci si può fare con una sedia protetta dai sistemi anticopia? Sedersi, è ovvio, ma solo un numero limitato di volte. Esattamente, la sedia DRM può essere usata solo per otto sedute, dopo le quali si autodistrugge.

Realizzata con una scheda Arduino, la sedia ha un piccolo sensore capace di tenere traccia delle volte che viene utilizzata, decrementando un contatore. Ogni volta che qualcuno si alza dalla seduta, la sedia DRM emette un numero di beep pari al numero di utilizzi residui. Dopo l’ottava seduta, le giunture che tengono insieme la sedia si incominciano a sciogliere, trasformando lo scranno in un mucchio di legna da ardere.

La sedia DRM è stata realizzata in 48 ore per thedeconstruction.org , con un intento provocatorio: eventuali utilizzi della sedia per scopi diversi da quelli per cui è stata specificamente progettata non sono consentiti e l’uso della sedia da parte di persone diverse dall’acquirente richiede ulteriori licenze.

(via Gizmodo )

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Pubblicato il
5 mar 2013
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