Twitter, scontro francese per gli IP antisemiti

Twitter, scontro francese per gli IP antisemiti

La piattaforma di microblogging nel mirino legale dell'unione ebraica UEJF per la mancata consegna dei dati utili all'identificazione di certi account. Chiesto un risarcimento da quasi 40 milioni di euro
La piattaforma di microblogging nel mirino legale dell'unione ebraica UEJF per la mancata consegna dei dati utili all'identificazione di certi account. Chiesto un risarcimento da quasi 40 milioni di euro

I responsabili dell’ Union des Étudiants Juifs de France (UEJF) contro Twitter, accusata di aver offerto un’autostrada digitale alla libera circolazione di messaggi razzisti ed antisemiti. La piattaforma di microblogging verrà denunciata dall’associazione ebraica per il mancato rispetto dell’ingiunzione diramata nello scorso gennaio dal Tribunal de grande instance di Parigi in seguito alla diffusione di cinguettii illegali in terra francese.

Nelle bellicose dichiarazioni del presidente di UEJF Jonathan Hayoun, il social network californiano avrebbe calato “la carta dell’indifferenza” per la mancata consegna di tutti quei dati utili all’identificazione degli utenti coinvolti nel popolare hashtag #unbonjuif – letteralmente, “un buon ebreo” – con la conseguente proliferazione di micropost discriminanti oltre che votati all’odio razziale .

Alla fine dello scorso gennaio, il tribunale parigino aveva imposto al tecnofringuello l’implementazione di uno specifico sistema per la segnalazione degli abusi, oltre che la consegna – pena una sanzione di mille euro per ciascun giorno d’inadempienza – degli indirizzi IP associati agli account dell’hashtag #unbonjuif . Rimossi i cinguettii illeciti, Twitter si è finora rifiutata di consegnare i dati in quanto azienda operativa negli Stati Uniti e soggetta alle previsioni costituzionali del Primo Emendamento .

Diverso il parere di Hayoun, che pretende dalla piattaforma californiana il rispetto del sistema giudiziario francese. I legali di UEJF hanno intenzione di chiedere al giudice un maxi-risarcimento da 38,5 milioni di euro che, in caso di vittoria, verranno donati al fondo per la memoria della Shoah.

In una nota Twitter ha sottolineato come l’associazione francese risulti mostrarsi più interessata alle grandi azioni in aula piuttosto che alla ricerca del giusto percorso legale. L’azienda californiana sta già preparando il suo ricorso in sede d’appello.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 25 mar 2013
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