P2P reloaded

P2P reloaded

USA ed Europa sempre più distanti. Oltreoceano spopola Kazaa e WinMX, da noi ci si lancia in massa su piattaforme alternative come eDonkey. Piccola cronaca delle tendenze che fanno arrabbiare le major
USA ed Europa sempre più distanti. Oltreoceano spopola Kazaa e WinMX, da noi ci si lancia in massa su piattaforme alternative come eDonkey. Piccola cronaca delle tendenze che fanno arrabbiare le major


Roma – Dopo l’uscita di scena di Napster, e la prima rapida ascesa delle reti basate su Gnutella o di Kazaa, destinato poi a diventare il nemico numero uno dei discografici, il file-sharing è via via divenuto un fenomeno sempre più complesso da analizzare, soprattutto oggi che va cambiando nelle diverse aree geografiche grazie a funzionalità e modalità di utilizzo che rispondono ad esigenze diverse.

A mettere in evidenza le differenze regionali nella diffusione delle applicazioni e degli usi del P2P è un recente studio di Sandvine , una società che si dice specializzata nell'”aiutare i service provider di Internet e gestire il crescente carico di rete dato dal traffico P2P”. Dal rapporto emerge, ad esempio, che mentre in Nord America continua a dominare la rete FastTrack, utilizzata da client come Kazaa e Grokster, in Europa si sta facendo sempre più largo eDonkey , lo stesso network su cui si appoggiano l’omonimo client e programmi alternativi come eMule .

Negli Stati Uniti e in Canada lo studio di Sandvine mostra come le applicazioni basate su FastTrack generino oltre il 76% di tutto il traffico P2P, mentre la quota rimanente è spartita fra WinMX (15%), Gnutella (8%), eDonkey (1%). Da sottolineare come quest’ultimo, oltreoceano, abbia una percentuale di diffusione del tutto insignificante, sebbene sia stato creato in larga parte da uno sviluppatore newyorchese, Jed McCaleb, ora impegnato nei suoi “figli”, Overnet (recensito, come gli altri client P2P, nella rubrica Download ) ed eDonkey2000.

In Europa le preferenze degli utenti divergono anche sostanzialmente da paese a paese, tuttavia la tendenza comune è quella che mostra la rete FastTrack e WinMX perdere sostanziose quote di audience a favore di eDonkey. Le caratteristiche di questa piattaforma, che tende ad amplificare la banda di chi più condivide, sembrano adattarsi meglio alla tipologia di utenza internet del Vecchio Continente.

Sempre secondo le statistiche di Sandvine, in Germania l'”asino” del P2P (eDonkey) si è già messo alle spalle FastTrack con una quota del 52% contro il 44% del primo. WinMX e Gnutella rappresentano invece rispettivamente il 3,6% e lo 0,4% del traffico P2P.

Negli altri due paesi europei presi in esame da Sandvine, Gran Bretagna e Norvegia , eDonkey non ha ancora assunto una posizione dominante, tuttavia il suo trend di crescita è il più elevato fra i network di P2P. Gli utenti inglesi sembrano dare pari preferenza a eDonkey e WinMX, entrambi al 20%, ripartendo poi le proprie preferenze fra FastTrack, al 59%, e Gnutella, all’1%. In Norvegia le proporzioni sono maggiormente sbilanciate a favore della rete di Kazaa, qui al 77%, la quale svetta su WinMX (10%) e una rete Gnutella ormai fantasma (0,3%).

Il protocollo eDonkey torna a vincere in Israele , un paese che condivide percentuali di diffusione delle tecnologie P2P molto simili a quelle tedesche.

E l’Italia?


Purtroppo lo studio di Sandvine non prende in esame il nostro Paese, che tuttavia dovrebbe confermare il trend europeo e vedere i client eDonkey in forte crescita, soprattutto fra gli utenti di connessioni a larga banda. Basta peraltro girare tra i newsgroup per rendersi conto della crescente popolarità di piattaforme come eMule Plus.

Sandvine afferma che la rete eDonkey è maggiormente adatta ai file di grandi dimensioni , come film, giochi e raccolte di musica, mentre Kazaa e WinMX rimangono le applicazioni preferite per scaricare singoli brani di musica e immagini. In realtà anche su Kazaa è possibile trovare un vasto catalogo di film su DivX, ma in genere le dimensioni non superano quelle tipiche di un CD.

Al di là dell’emergere di eDonkey come primo rivale di FastTrack al di fuori del Nord America, lo studio mette in evidenza un altro dato di particolare interesse: il rapido declino di Gnutella in tutto il mondo. Questa tecnologia libera e aperta, che solo pochi anni fa si era affacciata sul mondo del P2P come una promessa, è stata severamente ostacolata da alcuni irrisolti problemi, in particolare la lentezza delle ricerche e dell’accesso alla rete. In piedi rimane per il momento il progetto di Gnutella2 .

Sandvine definisce il collasso di Gnutella come “un risultato inatteso” a causa del fatto che “Gnutella è stata la prima rete P2P a colmare la lacuna lasciata aperta da Napster, superando velocemente i 24 milioni di utenti che aveva rappresentato il picco massimo di Napster”.

“Cambiamenti anche molto drastici possono avvenire da un anno all’altro sul panorama delle applicazioni P2P, con gli attuali leader superati velocemente e sostituiti da quelli che oggi sono solo delle beta in via di sviluppo”, si legge nello studio di Sandvine. “Se un’applicazione in voga come Gnutella può emergere e poi sparire in meno di tre anni, è certamente possibile che anche FastTrack possa un giorno finire nel dimenticatoio”.

Il documento riporta i dati di una recente indagine di Jupiter secondo cui il 15% degli utenti europei scarica almeno un film al mese contro il 12% degli utenti americani: il paese europeo più “attivo” in questo senso è la Spagna, con il 38%.

Nello studio Sandvine ripercorre quelle tappe tecnologiche delle reti P2P che i lettori di Punto Informatico conoscono bene e che hanno caratterizzato lo sviluppo del dopo-Napster. Da quel modello centralizzato, riconosciuto più come file sharing che come peer-to-peer, dove tutte le ricerche venivano gestite da uno o più server centrali, si è passati al modello completamente decentralizzato della prima versione di Gnutella, dove ogni nodo opera contemporaneamente da client e da server, per arrivare alle reti semi-decentralizzate degli attuali client Gnutella e FastTrack, dove alcuni nodi, detti “supernode” o “ultrapeer”, controllano il traffico e si occupano di velocizzare le ricerche mantenendo una cache parziale dei contenuti della rete.

Ma al di là dei dati di Sandvine quel che appare evidente è la dinamicità della tecnologia di peering che continua a sfuggire al controllo dei detentori di diritto d’autore. Sono infatti moltissimi i client tutt’ora utilizzati, si pensi a “nuovi-vecchi” come SoulSeek , che sebbene non particolarmente diffusi potrebbero, un domani, prendere il posto dei più blasonati nomi del P2P. Per il piacere delle major…

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Pubblicato il
21 ott 2003
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