Street View, multina tedesca

Street View, multina tedesca

Il commissario della privacy locale ordina a Google il pagamento di quasi 150mila euro per il rastrellamento illecito dei dati personali attraverso il suo servizio di mappatura. Per Amburgo, non basta
Il commissario della privacy locale ordina a Google il pagamento di quasi 150mila euro per il rastrellamento illecito dei dati personali attraverso il suo servizio di mappatura. Per Amburgo, non basta

In Europa è la sanzione pecuniaria più salata per le attività di rastrellamento dei dati personali attraverso il servizio di mappatura digitale Street View, un totale di quasi 150mila euro imposto dal commissario tedesco Johannes Caspar . Dopo la multa elevata dalla transalpina Commission Nationale de l’Informatique et des Libertes (CNIL), l’azienda di Mountain View dovrà risarcire le autorità di Amburgo per la “violazione sistematica” della privacy teutonica.

Stando ai calcoli effettuati dallo stesso commissario per la protezione dei dati personali, la sanzione di 145mila euro rappresenta lo 0,002 per cento dei profitti riportati da BigG nell’anno 2012 . Una percentuale che non sembra soddisfare affatto le autorità tedesche, intenzionate a rivedere le stesse multe previste nei 27 stati membri dell’Unione Europea nei casi di violazione come quello legato alle googlecar .

Nella visione di Caspar, le sanzioni a tre zeri risulterebbero “economicamente insignificanti” per i giganti della Silicon Valley, che potrebbero tranquillamente continuare con i rastrellamenti senza incorrere in multe astronomiche. Il supervisore di Amburgo vorrebbe invece adottare misure più drastiche, fino al 2 per cento del fatturato annuo di un’azienda in violazione delle leggi nazionali .

Alla metà dello scorso marzo, Google aveva accettato una ben più salata sanzione di 7 milioni di dollari per aver risucchiato i dati personali di numerosi cittadini statunitensi. “Non abbiamo mai voluto questi dati – ha ribadito il privacy counsel di BigG Peter Fleischer – Non li abbiamo utilizzati, nemmeno guardati”. L’azienda californiana non ricorrerà in appello contro la sanzione stabilita dalle autorità tedesche.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
23 apr 2013
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