Cara Presidente

Cara Presidente

di M. Calamari - Una lettera aperta al presidente della Camera Boldrini. Che invoca il controllo della Rete in un paese che già la controlla. E avrebbe già gli strumenti legali per agire senza operare censure
di M. Calamari - Una lettera aperta al presidente della Camera Boldrini. Che invoca il controllo della Rete in un paese che già la controlla. E avrebbe già gli strumenti legali per agire senza operare censure

La cronaca ci ha raccontato , penso in maniera completa e forse anche troppo dettagliata, quello che le è accaduto attraverso la Rete.
Mi permetta di esprimerLe, per quello che vale ma in maniera sincera, e non formale o di convenienza, tutta la mia solidarietà.

Dovendo limitarmi ad esporre le mie opinioni (altri devono indagare e decidere nel merito) ritengo che nei Suoi confronti siano state violate tutte le regole di comportamento che in Rete, per disciplina condivisa ed accettata, sono dovute a chiunque, e che siano stati compiuti nei suoi confronti numerosi ed odiosi reati.
Per tutto questo le rinnovo la mia solidarietà, ed anche quella di tanti altri cittadini della Rete, sia di nazionalità italiana che non.

Ritengo però altrettanto giusto e doveroso farLe presenti alcune affermazioni lette nelle cronache nell’ambito di questa vicenda, sia Sue che di altri esponenti politici, sui cui sono altrettanto obbligato ad esprimere il mio totale disaccordo.
Dico questo perché, malgrado una comune generazione ci unisca, la mia strada mi ha portato a seguire le questioni della Rete legate ai diritti civili fin dall’inizio, e da qualche anno anche quelle legate al mondo del giornalismo.

Anzi, le nostre strade si sono probabilmente avvicinate recentemente all’ IJF di Perugia, dove anche io ho avuto il piacere di essere stato più di una volta relatore.

Non so se Lei conosce qualche dettaglio della situazione della Rete in Italia, perché quando si parla di “Internet censurata” tutti pensano e scrivono “Cina”.
Mai “Italia”.

Senza entrare in particolari, peraltro facilmente reperibili , Le ricordo che l’Italia, proprio come la Cina ed al contrario di quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, già finanzia ed attua una censura preventiva generalizzata della Rete.

La prego, per verificare la realtà di queste affermazioni, di controllare la posizione infima (ed indegna di una democrazia parlamentare) dell’Italia nelle classifiche compilate da organizzazioni internazionali, anche di giornalisti, come Reporter Sans Frontières o l’Electronic Frontier Foundation. Sono simili, ma peggiori, a quelle equivalenti sulla libertà di stampa e sul rispetto dei diritti della persona. In tutte l’Italia è a malpartito.

Visto che chi le scrive è da decenni impegnato a denunciare ed ove possibile contrastare con tutti i mezzi legali questa deriva autoritaria (non è una opinione personale ed isolata, lo sostengono in tanti, anche all’estero), mi permetto di esprimerle la mia gravissima preoccupazione nel sentir invocare nuove e più rigide norme per “controllare il web”. Non sorrido nemmeno davanti all’ingenuità ed all’approssimazione di questa espressione, perché so benissimo che in Italia, ed anche nella Camera che Lei ha l’onore di presiedere, ci sono numerose persone ben più influenti di me che hanno fatto di tutto perché la Rete italiana si trasformasse in quanto di più simile a quella cinese fosse possibile.

Sono convinto che una parte di loro, sostanzialmente indifferente alla materia, sia stata mal consigliata e mal guidata dal proprio staff, come sono sicuro che invece molti avessero ed abbiano perfetta cognizione delle conseguenze delle leggi che hanno contribuito a scrivere, votare ed approvare.

Mi permetta perciò un invito, sia come esperto che come cittadino da Lei rappresentato.
Una volta che l’onda emotiva di quanto purtroppo Le è capitato sarà passata, non ceda e soprattutto non promuova iniziative ammantate di ottime intenzioni, riempite di pessime norme e foriere di limitazioni di diritti civili, in violazione di quella Costituzione formale e sostanziale, che Lei ha giurato, anche recentemente, di difendere.

Le leggi che consentono di perseguire e punire i reati di cui Lei è stata vittima già esistono in abbondanza.
Investigatori e Magistrati già possiedono i mezzi per perseguirli con efficacia tanto in Rete come al di fuori di essa.

Ciò che un brillante autore contemporaneo illustra in questa ” Guida ad Internet per Tiranni ” è quello che ci attende se queste derive non saranno, oggi ed in futuro, costantemente contrastate.
Se la Sua carica gliene lasciasse il tempo, cerchi semmai di rimediare a qualcuna delle… – vorrei usare una diversa parola, ma la sostituisco con “storture” – che i suoi colleghi e predecessori hanno voluto esplicitamente oppure non hanno democraticamente contrastato.

Le rinnovo la mia solidarietà.

Marco Calamari
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Pubblicato il
6 mag 2013
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