Adobe dice addio alla Creative Suite

Adobe dice addio alla Creative Suite

La software house abbandona le scatole e si rilancia sulla nuvola. Photoshop e tutti gli altri saranno ripensati in ottica collaborativa e votati all'interazione in Rete
La software house abbandona le scatole e si rilancia sulla nuvola. Photoshop e tutti gli altri saranno ripensati in ottica collaborativa e votati all'interazione in Rete

Addio cara vecchia suite: il più tradizionale meccanismo per assicurarsi la fornitura dei più recenti strumenti grafici, fotografici e video di Adobe verrà accantonato. L’attuale Creative Suite, la sesta, è stata anche l’ultima a finire sugli scaffali: d’ora in avanti l’unica licenza possibile per utilizzare Photoshop, Premiere e tutti gli altri software che compongono il pacchetto sarà la sottoscrizione analoga a quella che ha adottato di recente anche Microsoft per il suo Office. La nuova offerta si chiamerà Creative Cloud .

Creative Suite 6 non sparirà immediatamente dall’offerta: chi ha bisogno di una “vecchia” licenza potrà ancora acquistarla, ma l’aggiornamento sarà garantito solo per quanto attiene bug minori e compatibilità con i sistemi operativi che usciranno nel periodo previsto di assistenza. Non ci sarà nessuna Creative Suite 7 , ma a giugno sarà rispettato il calendario di rilascio di una nuova versione: Photoshop e compagni perderanno il numero di versione e si chiameranno (almeno per ora) CC, ovvero InDesign CC, Illustrator CC, Dreamweaver CC e Premiere Pro CC.

Il tipo di aggiornamento che verrà rilasciato non è particolarmente dirompente: per Photoshop , ad esempio, verranno integrate nuovi algoritmi di sfocatura e nitidezza, verrà introdotto un sistema di anti-blur in post-produzione per le foto venute mosse che era già stato mostrato in anteprima lo scorso anno, verranno affinati alcuni strumenti di selezione dei contenuti. Photoshop, ammiraglia, sarà il software a ricevere il maggior contributo del nuovo corso : sarà profondamente integrato coi servizi di collaborazione racchiusi sotto l’ombrello di Behance . Lo stesso tipo di trattamento subiranno tutti gli altri titoli, a eccezione di Fireworks che è stato depennato dall’offerta.

Le motivazioni per transitare la consolidata offerta dei pacchetti in vendita al nuovo sistema a sottoscrizione sono evidenti : con questo sistema Adobe può procedere, sulla falsa riga di quanto fa ad esempio Apple con iWorks, ad aggiornamenti minimi ma costanti del proprio software, garantendosi al contempo un flusso di cassa costante e non vincolato al lancio di un prodotto che può ritardare l’uscita per i più svariati motivi. Inoltre si possono dribblare eventuali disapprovazioni da parte dell’utenza di una nuova release, arginare la pirateria e le sovra-installazioni (quando la stessa licenza viene utilizzata per più PC di quanti ne preveda). Inevitabile invece la diffidenza dei consolidati acquirenti per il nuovo sistema: a questi Adobe proporrà servizi aggiuntivi nella nuvola, accesso multipiattaforma al software, per invogliarli al nuovo passo.

Le tariffe del nuovo servizio variano a seconda del tipo di licenza richiesta: licenza per un solo utente, per una singola app o per tutto il pacchetto, per chi transita da una precedente licenza CS (dalla Creative Suite 3 in avanti), per team o aziende. Una singola applicazione parte da 25 euro al mese per singolo utente, con 20GB di spazio per l’archiviazione cloud, che salgono a 61,5 euro al mese (con impegno annuale) per l’intero pachetto. I team invece pagano 86 euro, (49 se aggiornano) ma con 100GB di spazio e un’offerta base di assistenza telefonica.

Adobe ha quindi deciso di dare una svolta alla sua offerta e rischiare con nuove forme di licenza. L’azienda sente probabilmente la necessità anche di variare il rapporto con i propri clienti abituali, e magari ritagliarsi un nuovo spazio con nuove nicchie, per garantirsi un futuro prospero. Non a caso i suoi laboratori non smettono di sperimentare nuove strade: Mighty e Napoleon sono due nuovi progetti pilota volti a creare nuove forme di interazione con il fiorente form-factor tablet. Si tratta di una penna e un righello “aumentati”, per così dire, che possono essere utilizzati assieme a un iPad per disegnare e realizzare lavori fino a poco tempo fa impensabili su un prodotto di questo tipo. Non si tratta naturalmente di apparecchi pronti per il mercato, ma è evidente che ad Adobe non sfugga la necessità di interessarsi anche a fette di domanda che la costante stagnazione delle vendite PC potrebbe farle sfuggire.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
7 mag 2013
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