WiFi, alta velocità

WiFi, alta velocità

Un nuovo chip sfrutta quattro diversi stream wireless per ottenere una banda di trasmissione più che ultra-larga. Nel mentre, in Germania, si sperimenta con l'estremo, sparando segnali da 40 Gbps
Un nuovo chip sfrutta quattro diversi stream wireless per ottenere una banda di trasmissione più che ultra-larga. Nel mentre, in Germania, si sperimenta con l'estremo, sparando segnali da 40 Gbps

In attesa che le specifiche 802.11ac vengano finalizzate, il futuro standard WiFi che trasmette sui 5 GHz raggiunge nuove vette di performance velocistiche grazie a un nuovo chip Quantenna in commercio a partire dal terzo trimestre dell’anno 2013.

Il chip QSR1000 è infatti in grado di trasmettere fino a 1,7 Gigabit al secondo facendo uso contemporaneamente di quattro diversi flussi wireless , un nuovo risultato che supera quello ottenuto in precedenza (1,3 Gbps) basato su tre flussi da 433 Mbps ognuno.

Quantenna pubblicizza il suo nuovo prodotto come ideale sia per i router domestici che per le aziende che necessitano di una affidabilità “simile al cavo fisico”, e il chipset è già destinato a divenire parte integrante dei dispositivi di rete di Cisco, Motorola, Telefonica e altri ancora.

E se QSR1000 è un sistema di interconnessione “next-gen” già fatto e finito, quello a cui stanno lavorando i ricercatori tedeschi dell’ IAF e dell’Istituto Karlsruhe sa (ancora) di fantascientifico: gli scienziati hanno usato la banda delle onde radio compresa fra i 200 e i 280 GHz per stabilire una connessione wireless point-to-point con data rate di 40 Gbps .

L’esperimento di comunicazione ha coperto un chilometro di distanza, e secondo i ricercatori a quei range dello spettro elettromagnetico le trasmissioni sono refrattarie agli eventi atmosferici come pioggia o nebbia. L’obiettivo, comunque, non è portare l’ über WiFi in casa quanto piuttosto realizzare un “ponte” wireless per le reti in fibra ottica laddove gli interventi infrastrutturali si rivelassero essere problematici o poco convenienti.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 mag 2013
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