Europa, miliardi per i chip

Europa, miliardi per i chip

L'Unione Europea pianifica un incremento di investimenti nella produzione di chip e circuiti integrati per incrementare le quote di mercato del Continente e far crescere l'intera industria. Perché l'elettronica è alla base di tutto
L'Unione Europea pianifica un incremento di investimenti nella produzione di chip e circuiti integrati per incrementare le quote di mercato del Continente e far crescere l'intera industria. Perché l'elettronica è alla base di tutto

Le autorità del Vecchio Continente hanno intenzione di sviluppare una nuova strategia industriale per far crescere il mercato dell’elettronica, con l’obiettivo specifico di accrescere la produzione di microchip e circuiti integrati gestita nelle fab dislocate sul territorio dell’Unione Europea.

Nel proporre il nuovo piano, il vice-presidente per l’Agenda Digitale Neelie Kroes dice di voler raddoppiare la produzione di chip nella UE “fino a rappresentare circa il 20% della produzione mondiale”. “Voglio che l’Europa produca più chip in Europa di quanti ne producano gli Stati Uniti sul loro territorio”, ha dichiarato Kroes, un obiettivo “realistico se si distribuiscono correttamente gli investimenti”.

La strategia di sviluppo dell’industria elettronica europea si propone di raggiungere lo scopo attraverso 10 miliardi di euro in nuovi investimenti pubblico-privati (5 dei quali a carico dell’Unione in partnership con i privati), aumentando la collaborazione transfrontaliera, rafforzando i tre poli europei di eccellenza dell’elettronica (Dresda, Eindhoven/Lovanio, Grenoble) collegandoli con gli altri centri di avanguardia come Cambridge, Milano e Dublino, seguendo tre direttrici complementari per abbassare il costo dei chip (transizione ai wafer da 450mm), aumentarne le performance (“More Moore”) e la versatilità (“More than Moore”).

Nell’ambito della nuova iniziativa di sviluppo, la Commissione reputa possibile un investimento “complessivo” di 100 miliardi di euro fra il 2013 e il 2020. Kroes tiene poi a ribadire come la maggior produzione di chip non si limiti a favorire l’industria consumer dei computer, visto che ogni settore dell’economia – dalle comunicazioni alla salute passando per l’energia e i trasporti – è strettamente dipendente dal progresso dell’elettronica.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 24 mag 2013
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