Editoria/ I provider italiani sconfessano Chiti

Editoria/ I provider italiani sconfessano Chiti

Il presidente dell'AIIP fa sentire la voce preoccupata dei fornitori di servizi Internet: la legge così com'è non va. Non bastano le dichiarazioni e le confuse interpretazioni a calmare le acque. Petizione a quota 36mila
Il presidente dell'AIIP fa sentire la voce preoccupata dei fornitori di servizi Internet: la legge così com'è non va. Non bastano le dichiarazioni e le confuse interpretazioni a calmare le acque. Petizione a quota 36mila


Roma – Una nuova autorevole voce si è levata ieri sera contro la nuova legge sull’editoria e le pericolose ambiguità che contiene. Si tratta della voce di Paolo Nuti, presidente dell’Associazione italiana Internet provider (AIIP), che raccoglie molti dei principali fornitori di servizi Internet.

Nuti ha attaccato la nuova legge, nella quale “la definizione di prodotto editoriale è così ampia che anche una pagina web creata da un bambino potrebbe farne parte”. Una posizione in assoluto contrasto con quella espressa da alcuni dei protagonisti di questa legge e che nasce evidentemente dalla preoccupazione degli operatori Internet di dover far fronte a obblighi poco chiari e, dunque, alla discrezionalità dei tribunali in un settore così delicato.

Nuti ha criticato coloro che in questi giorni hanno fornito interpretazioni della legge – interpretazioni peraltro spesso contraddittorie – e in particolare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vannino Chiti, strenuo difensore della legge: “Se anche l’interpretazione di chi ha realizzato la legge non era così ampia, può esserlo ora che deve essere applicata e a decidere sarà il giudice. La preoccupazione è che a Parlamento sciolto non si può fare nulla e al momento l’unica interpretazione è quella data dal sottosegretario Vannino Chiti in una intervista: sinceramente è un po ‘ poco”.

Nuti ha anche espresso perplessità sulla mancata chiarezza della legge relativamente ai contributi alle attività editoriali online.

La petizione contro la legge, intanto, sostenuta da quasi 3mila siti, è ormai stata sottoscritta da quasi 36mila utenti.

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Pubblicato il
20 apr 2001
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