Samsung si arma contro i patent troll

Samsung si arma contro i patent troll

Creata una società con sede a Washington per organizzare meglio difesa e offesa nella perdurante guerra dei brevetti. Uno strumento, dicono a Seoul, per valorizzare la proprietà intellettuale coreana
Creata una società con sede a Washington per organizzare meglio difesa e offesa nella perdurante guerra dei brevetti. Uno strumento, dicono a Seoul, per valorizzare la proprietà intellettuale coreana

Nella perdurante guerra dei brevetti che da anni appesta il settore IT negli USA e altrove nel mondo, Samsung intende ora trasformarsi da potenziale vittima in carnefice con l’istituzione della nuova entità sussidiaria Intellectual Keystone Technology (IKT) interamente dipendente da Samsung Display, con sede a Washington e investimenti economici per 25 milioni di dollari.

L’obiettivo di IKT, spiega la società coreana, è garantirsi la “buona fonte di innovazione” rappresentata dalle tecnologie brevettate e “proteggere” la proprietà intellettuale di Samsung rafforzando il relativo business. In sostanza, si tratta di passare dalla difesa all’attacco contro patent troll e concorrenti particolarmente aggressivi.

A Samsung sono evidentemente bastati i tentativi – perduranti tuttora – di messa al bando, richiesta di risarcimenti miliardari e ritiro di prodotti messi in atto da Apple e altri, e anche se i portavoce parlano di un’iniziativa ancora in fase di costruzione la strada e gli obiettivi di IKT appaiono già definiti.

La nuova sussidiaria è stata aperta a marzo e ha già all’attivo 123 brevetti tecnologici, brevetti che riguardano in particolare il mercato dei display: non a caso i 25 milioni di dollari investiti in IKT sono sin qui serviti ad acquisire le proprietà intellettuali della giapponese Seiko Epson in merito ai pannelli OLED ad altissima risoluzione (4K o UltraHD che dir si voglia).

A rimarcare le intenzioni genuine dell’operazione IKT, Samsung sostiene che “le aziende dovrebbero pagare per i costi di licenza dei brevetti” nella stessa maniera in cui il colosso asiatico paga Microsoft per usare Android sui suoi gadget mobile. A tale riguardo, la nuova sussidiaria “avrà il compito di individuare quali brevetti sono utili e di valore per Samsung”.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
28 mag 2013
Link copiato negli appunti