Edward Snowden cerca amici

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La posizione della talpa delle intercettazioni della NSA si fa sempre più complicata: per il momento Snowden resta ad Hong Kong, cerca supporto internazionale e promette nuove rivelazioni. Perché la NSA intercetta molto, molto di più
La posizione della talpa delle intercettazioni della NSA si fa sempre più complicata: per il momento Snowden resta ad Hong Kong, cerca supporto internazionale e promette nuove rivelazioni. Perché la NSA intercetta molto, molto di più

La rivelazione del programma PRISM e della sorveglianza globale a opera della NSA continua a generare contraccolpi su tutti i fronti, e al centro della scena continua a esserci Edward Snowden. La talpa che ha rivelato al mondo il tecnocontrollo globale dell’intelligence statunitense promette nuove rivelazioni e conferma: resto ad Hong Kong, voglio giustizia.

Dopo aver lasciato il suo albergo, l’ex-analista della CIA dice non volersi nascondere quanto piuttosto di essere alla ricerca di un processo equo: la sua libera circolazione sul territorio statunitense era finita prima ancora dello scoppio dello scandalo PRISM, ma alla giustizia e ai cittadini di Hong Kong Snowden chiede di poter combattere il governo statunitense nei tribunali nel pieno rispetto delle norme di legge di quello stato.

Per il futuro c’è la problematica opzione dell’asilo politico in Islanda da considerare, ma per il momento Snowden continua a spifferare informazioni riservate parlando di decine di migliaia di operazioni di hacking della NSA – anche nei confronti di Hong Kong e della Cina.

A questo punto la questione trascende le sorti del solo Snowden e si fa politica, con la stampa di stato cinese già attiva nell’indicare i rapporti fra Cina e USA come in via di deterioramento sulle ali dello scandalo PRISM. E lo scandalo è destinato a peggiorare perché PRISM sarebbe solo la punta dell’iceberg, confermano i parlamentari del Congresso davanti a cui ha testimoniato il capo della NSA.

Chiedono (finalmente) informazioni agli States e si dicono preoccupate in merito a PRISM anche le autorità europee , mentre la EFF prova a scardinare il grimaldello della segretezza delle richieste di spionaggio inoltrate dalla NSA alle grandi aziende tecnologiche e Lawrence Lessig invoca una riscrittura di Internet contro le ingerenze indesiderate dei poteri governativi fuori controllo.

A questo punto chi si preoccupa della possibile istituzione di uno stato totalitario – e ostile al resto del mondo – negli States è più che legittimato, rimarca Kim “MegaUpload” Dotcom e il dissidente Ai Wei Wei accusa gli USA di comportarsi esattamente come la dittatura cinese .

In tutto questo proliferare di opinioni, polemiche e reazioni c’è chi come il deputato repubblicano Peter King trova il tempo di confermare i peggiori dubbi del mondo sulle intenzioni del governo USA chiedendo nientemeno l’ arresto dei giornalisti che hanno osato parlare di PRISM. Il primo della lista è Glenn Greenwald, naturalmente.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
14 giu 2013
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