ESA firma per ExoMars

ESA firma per ExoMars

L'agenzia spaziale europea appronta la futura missione verso il Pianeta Rosso assegnando l'ultimo contratto. Le due missioni parleranno italiano, e partiranno nel 2016 e nel 2018
L'agenzia spaziale europea appronta la futura missione verso il Pianeta Rosso assegnando l'ultimo contratto. Le due missioni parleranno italiano, e partiranno nel 2016 e nel 2018

La European Space Agency (ESA) firma l’ultimo contratto di fornitura per le due missioni ExoMars , un passo importante che dovrebbe garantire il rispetto dei tempi fissati dall’agenzia per il lancio previsto in due fasi nel 2016 e nel 2018.

Dopo il recente riallineamento degli obiettivi con l’uscita di NASA e l’entrata di Roscosmos nella gestione delle operazioni, ExoMars è ora un progetto che parla italiano grazie al coinvolgimento di Thales Alenia Space: la società franco-italiana si è assicurata i 230 milioni di euro dei finanziamenti di ESA per lo sviluppo delle tecnologie da impiegare su rover, orbiter e strumentazioni che verranno inviati alla volta di Marte da qui a tre anni.

La missione del 2016 include il lancio di un Trace Gas Orbiter per l’individuazione di metano e altri gas che potrebbero indicare l’esistenza di forme di vita organiche nel passato del pianeta, e un modulo dimostrativo ( Entry, Descent and Landing Demonstrator Module ) per testare la capacità di far atterrare un rover sulla superficie marziana.

Il rover vero e proprio dovrebbe poi partire per Marte nel 2018, con il compito di analisi chimica e caccia di segni “esobiologici” speculare a quello di Curiosity (NASA) ma con in più la capacità di bucare il suolo fino a raggiungere una profondità di 2 metri e prelevare campioni “protetti” dalle proibitive condizioni dell’atmosfera marziana.

Per una missione spaziale europea a cui viene garantito il futuro economico, un’altra giunge nella sua fase finale e viene abbandonata al proprio destino: il telescopio spaziale Herschel ha esaurito il carburante a elio liquido necessario al suo funzionamento, motivo per cui gli ingegneri di ESA hanno fornito il comando di “fine missione” posizionandolo in un’orbita “sicura” e di parcheggio (perenne) intorno al Sole.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 18 giu 2013
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