WebTheatre/ La nicchia della fumetteria

WebTheatre/ La nicchia della fumetteria

di G. Niola - Una webserie italiana per soli appassionati del mondo dei fumetti. Perché dal negozio di fumetti si parte ma non se ne varca la soglia
di G. Niola - Una webserie italiana per soli appassionati del mondo dei fumetti. Perché dal negozio di fumetti si parte ma non se ne varca la soglia

Per fortuna il pubblico delle webserie sta cambiando, si sta evolvendo e sta (molto lentamente!) uscendo dal cerchio stretto e un po’ claustrofobico delle nicchie per aprirsi anche a quello generalista. Sebbene un prodotto indirizzato ad un target preciso, capace di soddisfarne curiosità e desideri rimarrà sempre efficace, divertente e auspicabile, è anche indubbio che fino ad oggi (specialmente in Italia) erano davvero poche le produzioni per la rete che ambivano a parlare a tutti. Musical, supereroi, pubblico adolescenziale, nerd, smanettoni e via dicendo, le webserie erano più che altro tese a ritagliarsi una community, espediente perfetto per un successo garantito anche se limitato.

Ora invece qualcuno osa andare oltre, esperimenti di successo come ThePills da più di un anno hanno cominciato a rivolgere le loro pagine YouTube a tutti, entrando sulle bacheche, le caselle email e nei feed Twitter di persone che fino a ieri disprezzavano o al massimo guardavano con diffidenza il genere.
Per questo Strips! la webserie italiana ambientata in una fumetteria partita a gennaio, da poco finita e pronta ad una seconda stagione (già è uscito un teaser), pare fuori dal mondo e non adeguata al tipo d’espansione che il pubblico sta mostrando.

La scansione della webserie è molto canonica e guarda di certo più alla televisione seriale del pomeriggio che alla rete, cosa richiamata con forza anche dall’uso delle risate registrate di sottofondo.
Sebbene l’ambientazione confinata nel negozio sia un classico delle serie per la rete, quel che manca a Strips! è un respiro più ampio, cioè la capacità di proiettare una storia dal particolare all’universale, prendere una dimensione definita e portarla a tutti.
Questo è abbastanza chiaro vedendo la webserie, ma risulta ancora più evidente dal raffronto con un precedente americano decisamente più riuscito (sebbene in un’era in cui le webserie non erano certo il fenomeno di oggi), ovvero Kyle Piccolo: comicshop therapist . Anche quella serie di 5 anni fa era tutta ambientata in una fumetteria e aveva come protagonista il suo gestore, ma aveva un obiettivo decisamente diverso.

Strips!

Mentre Strips! ha una trama canonica, Kyle Piccolo girava intorno ad un “format”, cioè una struttura ripetitiva che metteva ad ogni puntata il gestore protagonista a confronto con un cliente nuovo e il suo “problema” personale, che sarebbe stato risolto da un particolare numero o una particolare serie di fumetti.
Non solo il “format” più che la trama ben si adatta alle durate ristrette delle webserie, ma l’idea in quel caso era che i fumetti fossero solo un punto di partenza per affrontare (sempre con humour) altri problemi, altre questioni, altri temi, appetibili anche a chi non conosca il fumetto.

Strips! è diversa e non si estende da quel mondo particolare, ma ci rimane, lo indaga e lo mette in scena cercando di coglierne lo specifico. Per questo pare ambire ad un pubblico molto verticale, di nicchia e risulta ostica e respingente al resto degli utenti. Il movimento esattamente opposto a quello delle ultime webserie.

STRIPS 1×01

STRIPS 1×02

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
20 giu 2013
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