Sull'editoria... Timeo Danaos

Sull'editoria... Timeo Danaos

di Giancarlo Livraghi. Quanto i nostri legislatori siano male intenzionati, e quanto invece siano semplicemente ignoranti, superficiali e male informati... è un dubbio che probabilmente continuerà ad affliggerci
di Giancarlo Livraghi. Quanto i nostri legislatori siano male intenzionati, e quanto invece siano semplicemente ignoranti, superficiali e male informati... è un dubbio che probabilmente continuerà ad affliggerci


Roma – Per gentile concessione dell’autore e dell’editore di Web Marketing Tools pubblichiamo in anteprima un autorevole intervento sulla situazione di Internet in Italia:

Sono passati più di due anni da quando è uscito in questa rubrica un articolo intitolato Timeo Danaos et incentiva ferentes . Eravamo in una delle fasi di hangover , di dopo-sbornia, che sono ciclicamente seguite ad altrettante ubriacature trionfalistiche. Dopo aver vaneggiato di “crescita esponenziale”, di diffusione accelerata del “commercio elettronico” e di altre ipotesi campate per aria (ma proclamate come vangelo) cominciava a diffondersi la percezione che non tutto stesse andando secondo le profezie delle sibille; che lo sviluppo dell’internet fosse meno trionfale del previsto; e che l’Italia fosse (come infatti era) arretrata.

Molti si precipitarono a chiedere interventi pubblici, favori e sovvenzioni. Quelle voci furono ascoltate dal governo – e in generale dagli ambienti politici. Si svilupparono varie ipotesi di “incentivi”, una più sballata dell’altra, che per fortuna si persero nelle more delle procedure, della burocrazia e del tira-e-molla sulla “coperta corta” delle leggi finanziarie.

Intanto… l’internet continuava a crescere e la situazione in Italia cominciava a cambiare. Spesso accade che il “trionfalismo” coincida con situazioni di crisi – e che la presa di coscienza dei problemi si accompagni a un inizio di soluzione. Fatto sta che proprio fra la fine del 1998 e l’inizio del 1999 si colloca l’avvio di una nuova fase, che vede crescere costantemente la diffusione della rete in Italia. Una tendenza solida e forte proprio perché non deriva da alcun “incentivo”, pubblico o privato, ma da un’evoluzione naturale dei rapporti (di vita e di lavoro) fra le persone. (Vedi la sezione dati ).

Come sappiamo, c’è stata un’altra ubriacatura, con i sogni e le fantasie della borsa e della speculazione finanziaria. Seguita da un inevitabile crollo e da un’enorme confusione sui motivi di quella che in realtà non è una crisi ma solo un assestamento necessario.

Oggi si parla meno di “incentivi”. Ma non si è spenta la voglia di “regolamentare”. Infiniti disegni e progetti di leggi e norme, dispersi nelle complessità della macchina parlamentare, si annidano minacciosi e potrebbero tradursi in una congerie di provvedimenti inopportuni, indesiderabili, confusi e mal concepiti. Alcune leggi sbagliate sono, purtroppo, entrate nel codice (come quella sulla protezione dei dati personali e quella sul cosiddetto “diritto d’autore” – per citare solo due dei casi più clamorosi).

Mentre questo numero sta andando in stampa, non si sa come andrà a finire la bizzarra vicenda della recente legge sull’editoria. Una “commedia degli errori” che sarebbe ridicola se non fosse preoccupante. Sembra – almeno in parte – esagerata la diffusa preoccupazione che quella legge si traduca in inaccettabili restrizioni della libertà di opinione e di informazione. Non è facile capire se le dichiarazioni benevole del governo esprimono una sincera intenzione, tradita “per errore” da una legge mal formulata – o una precipitosa “marcia indietro” davanti alla diffusa indignazione e protesta. Non sappiamo se ci saranno norme interpretative che potranno rimediare alla balordaggine della legge. Ma un fatto è chiaro: ancora una volta si è legiferato male.

Più che mai è il caso di ripetere timeo Danaos . Quanto i nostri legislatori (e le lobby che li ispirano) siano male intenzionati, e quanto invece siano semplicemente ignoranti, superficiali e male informati… è un dubbio che probabilmente continuerà ad affliggerci. Ed è evidente che se questo nuoce alla società civile, è dannoso anche per le imprese e per l’economia. Speriamo che l’allarme scatenato dalla sciagurata legge sull’editoria sia servito come avvertimento. E che la prossima volta ci sia altrettanta indignazione, e altrettanto diffusa, quando si proporranno altri provvedimenti insensati e nocivi – come, purtroppo, è probabile che accada.

Giancarlo Livraghi
Il sito di Gandalf

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Pubblicato il
21 apr 2001
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