App store è di tutti

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Lo store di Apple compie cinque anni, e Cupertino abbandona le rivendicazioni sul marchio. Amazon, grande favorita nel processo, può approfittare di un termine ormai d'uso comune
Lo store di Apple compie cinque anni, e Cupertino abbandona le rivendicazioni sul marchio. Amazon, grande favorita nel processo, può approfittare di un termine ormai d'uso comune

App Store è ormai un termine che fa parte della lingua del quotidiano, e soprattutto, Apple non teme più che la proliferazione di servizi che svolgono la stessa funzione del suo negozio di applicazioni possano rubare attenzione ai consumatori. Per questo Cupertino ha deposto le armi nella battaglia condotta contro Amazon per l’esclusività del marchio registrato con cui identifica il proprio “negozio online”.

La disputa sul marchio “app store”, estremamente sfrangiata, ha coinvolto le autorità europee e provocato la sollevazione di numerosi attori dell’IT dotati di negozi di applicazioni , Microsoft compresa. Il caso statunitense archiviato in queste ore, nello specifico, era stato avviato nel 2011 da Apple per combattere la volgarizzazione del termine App Store e riservare per sé l’uso esclusivo del marchio contro le iniziative del colosso dell’e-commerce, che identificava il proprio servizio come “Amazon Appstore for Android”.

Amazon non aveva esitato a replicare, illustrando le prove a proprio favore e a favore della natura ormai generica del termine “app store” , usato nientemeno da Steve Jobs per riferirsi a un qualsiasi servizio che ospitasse applicazioni da scaricare. La prima vittoria, parziale, conseguita da Amazon risale al gennaio scorso: il giudice incaricato di valutare il caso, aveva stabilito che Amazon non si sarebbe resa responsabile di pubblicità ingannevole né avrebbe tentato di sovrapporsi, nell’immaginario dei consumatori, ai servizi opperti da Cupertino.

Ora, prima del confronto in tribunale previsto per il mese di agosto, è Apple stessa a volere la pace . La conferma giunge dai legali di Amazon, che spiegano come si tratti di “una decisione di Apple di abbandonare unilateralmente il caso, e lasciare libera Amazon di utilizzare il termine appstore “.

E Cupertino a offrire la spiegazione che sottende la propria mossa: “Non abbiamo più bisogno di sostenere questa azione legale”. Non in un mercato che nel giro due anni è evoluto , non in un contesto in cui l’App Store della Mela, cinque anni di vita alle spalle, può vantare “oltre 900mila app e 50 miliardi di download”. In questo momento Apple ritiene che il mercato sia maturo , che “gli utenti sappiano dove acquistare le loro app preferite”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
10 lug 2013
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