Microsoft HomeOS evolve. Con un laboratorio virtuale

Microsoft HomeOS evolve. Con un laboratorio virtuale

Il sistema sperimentale di Redmond per l'automazione domestica si arricchisce di un nuovo componente utile ai test. Nel mentre, Bill Gates predice il ritorno del famigerato cane Bob
Il sistema sperimentale di Redmond per l'automazione domestica si arricchisce di un nuovo componente utile ai test. Nel mentre, Bill Gates predice il ritorno del famigerato cane Bob

Microsoft continua ad accrescere le possibilità di sviluppo di HomeOS , sistema operativo sperimentale per la domotica e la gestione centralizzata di tecnologie domestiche eterogenee che ora si arricchisce della piattaforma Lab of Things (LoT). In tal modo ricercatori e sviluppatori potranno studiare meglio i vari scenari applicativi, promette Redmond.

lab of things

La corporation statunitense definisce Lab of Things come una piattaforma flessibile per la ricerca sperimentale sui dispositivi domestici connessi, un componente tecnologico che permette agli sviluppatori interessati di connettere facilmente i vari dispositivi per il controllo tramite HomeOS, lo studio e il monitoraggio dei dati tramite server cloud (Windows Azure) e la condivisione di informazioni, codice e quant’altro.

Lab of Things e il relativo SDK disponibile per il download arricchiscono l’offerta HomeOS, progetto in via di sviluppo che necessita di un HomeHub centrale – un PC dedicato al compito specifico dell’automazione domestica – da cui poter controllare ogni genere di sensore, telecamera e gadget informatico presente in casa con la condivisione di flussi video, dati e app. Il tutto, naturalmente, gestito attraverso i server remoti gestiti da Redmond. Nelle intenzioni di Microsoft, l’accoppiata HomeOS+LoT dovrebbe fare particolarmente al caso di quelle aziende e organizzazioni interessate a sperimentare applicazioni di assistenza sanitaria domestica, gestione energetica e domotica “pura”.

HomeOS sarebbe insomma il futuro, un futuro che a quanto sostiene Bill Gates saprà anche un po’ di passato: intervenendo in occasione del Microsoft Research Faculty Summit, il presidente-filantropo della corporation del software “minaccia” il ritorno di Microsoft Bob, vale a dire il famigerato assistente personale per Windows 3.1/95 passato alla storia come un flop con contorno di cane parlante su schermo.

Gates ora spiega che il problema di Bob – e relativo cane parlante – era di essere in anticipo sui tempi , e in futuro un personal assistant intelligente – sul modello di Apple Siri e Google Now, ma ancora più intelligente – garantirà un’esperienza informatica assistita e personalizzata grazie al potere del “cloud”, della condivisione dei propri dati online e dell’interpretazione analitica di tali informazioni perse tra le nuvole.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
16 lug 2013
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