Internet? Un rischio per tutti

Internet? Un rischio per tutti

Con una provocazione uno dei responsabili di RSA Security spiega come l'estendersi della rete a device sempre diversi debba far alzare la guardia sul fronte sicurezza. Cosa che non accade
Con una provocazione uno dei responsabili di RSA Security spiega come l'estendersi della rete a device sempre diversi debba far alzare la guardia sul fronte sicurezza. Cosa che non accade

Amsterdam – Art Coviello ricorre ancora una volta alle provocazioni per spiegare a chi lo ascolta, in questo caso l’audience della RSA Security Conference, che così non va, che sul fronte sicurezza in internet si sta, fondamentalmente, perdendo. Che all’aumentare delle opportunità in rete, con la connessione di device sempre diversi e sempre più evoluti, corrisponde anche un aumentare degli episodi di cracking, di criminalità, di superamento delle difese. E non tutti si difendono.

Il CEO di RSA, uno dei maggiori player nel settore della sicurezza informatica, ha affermato che oggi Internet “è più pericolosa che mai”, che in un anno e solo negli Stati Uniti, la criminalità che opera sulla rete ha eroso guadagni legali per 45 miliardi di dollari e che 25 milioni di identità elettroniche sono state rubate, abusate a danno dei singoli individui.

Secondo Coviello, internet sta conoscendo una grande espansione che porta numerosi benefici alle imprese e ai privati cittadini grazie anche alla moltiplicazione di servizi web e applicativi di rete che, però, non sempre sono adeguatamente predisposti e spesso provocano instabilità e inaffidabilità, contribuendo così a rendere la rete un luogo, appunto, “pericoloso”.

A. Coviello “Nonostante i grandi sforzi che si sono fatti nell’ultimo anno – ha affermato il CEO di RSA – l’intero settore non ha compiuto un progresso sufficiente. Le cose sono oggi peggiorate di molto, sebbene per una ragione che in sé è positiva. La varietà delle applicazioni e dei dispositivi che possono accedere ad internet ci ha reso più produttivi ma ci ha anche reso più vulnerabili”.

Il dirigente RSA ha anche sottolineato come i cracker e i coder malevoli siano sempre più pronti a sfruttare vulnerabilità del software: oggi un tool di attacco viene sviluppato mediamente entro 40 giorni dal momento in cui un buco viene scoperto, contro i 500 giorni mediamente registrati nel 2000.

Coviello ha avuto anche modo di dare qualche bacchettata a chi ha posto un accento eccessivo sui rischi del terrorismo informatico , perché i terroristi, secondo Coviello, non sono tanto interessati a colpire i sistemi internet quanto invece le persone e altri obiettivi che non appartengono al mondo elettronico. Semmai il vero nemico è lo Spam o chi lucra sulle spalle altrui compiendo azioni di criminalità in rete per fini di lucro. Il furto di identità è divenuto poi un problema centrale.

Infine, Coviello sembra preoccupato per la presenza sempre più massiccia di norme e regolamenti imposti dall’alto. “Temo – ha affermato – che i governi stiano diventando iperattivi nel tentare di regolamentare il funzionamento della sicurezza. Ma non ne sanno abbastanza per regolamentarla, si muovono molto più lentamente dell’industria della sicurezza e le leggi non riescono a tener conto delle diverse strategie impostate dai diversi produttori”.

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Pubblicato il
6 nov 2003
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