Ma i veri pirati (s)fuggono?

Ma i veri pirati (s)fuggono?

Lo sostiene un lettore che racconta quel che succede sulle bancarelle di Torvaianica, e che succede un po' ovunque. Ha senso prendersela con il peer-to-peer?
Lo sostiene un lettore che racconta quel che succede sulle bancarelle di Torvaianica, e che succede un po' ovunque. Ha senso prendersela con il peer-to-peer?


Roma – Buongiorno, vi scrivo per esprimervi una riflessione sulla pirateria e sul P2P. Sento sempre più spesso parlare, sia dalle varie associazioni degli editori sia dagli stessi autori che il male del momento che causa il calo nelle vendite di musica, film eccetera è, in definitiva, il peer-to-peer.

Giorni fa, volendo acquistare il DVD del Padre della Sposa (commedia di una decina di anni or sono), sono andato su vari siti on line per vedere quale fosse il prezzo. Non ho trovato nulla sotto i 20 euro, 40mila lire per un film neppure di nuova, o recente, uscita. E ho rinunciato all’acquisto aspettando tempi migliori.

Ieri passeggiando per Torvaianica (piccolo centro marino a ridosso di Roma) sul marciapiede incontro decine (e non sto esagerando) di extracomunitari che vendono CD e DVD masterizzati di film usciti appena due giorni prima, come Matrix Revolutions , ad appena 8 euro (per inciso al cinema, una persona, paga tra i 6 e gli 8 euro).

I soldi che girano con questi venditori abusivi, in un solo pomeriggio di sole, sono di sicuro più di quanti ne girino sui network di P2P. In pochi minuti, in cui ho potuto osservare questi venditori, e solo a Torvaianica, ho visto vendere almeno 5 o 6 DVD.

A fronte di quanto descritto sopra vorrei sgomberare i dubbi sul fatto che non sto cercando di assolvere il P2P, lungi da me questa idea, penso soltanto che qui qualcuno sta mentendo sapendo di mentire. Cerco sempre di acquistare DVD e CD originali, reputandone la qualità superiore a quelli masterizzati. Quello che penso, pero’ e che se si vuole combattere la pirateria seriamente, iniziamo a mandare vigili e polizia a fare sequestri, fino a quando vendere CD, DVD e software pirata diventi troppo “costoso” per le organizzazioni criminali.

Fino a quando non si agirà contro la pirateria “vera”, contro chi lucra sulle vendite, qualsiasi altra accusa, al P2P o a qualsiasi altro mezzo, non sarà che un modo, neppure troppo elegante, per giustificare i prezzi di vendita (abnormi) di opere e software altrimenti non giustificabile.

Cordiali saluti
Alessandro M.

Gentile Alessandro
va detto ad onor del vero che le autorità da tempo combattono la pirateria musicale diciamo “industriale” e molte sono le operazioni condotte contro riproduttori clandestini e laboratori illegali di masterizzazione, anche in virtù delle più recenti e severe leggi sulla protezione del diritto d’autore.

Al di fuori di questo il dibattito è senz’altro aperto, perché l’impressione di tanti è che al calo delle vendite contribuiscano, in modo molto maggiore rispetto ai pirati, i prezzi elevati delle opere in vendita.

Un saluto,
Adele Chiodi

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Pubblicato il 11 nov 2003
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