I server telematici possono finire offline prima o poi, ma quando le nuvole del cloud tradiscono un colosso Internet-centrico come Google gli effetti negativi si fanno sentire in maniera esponenziale. Il disservizio al network di Mountain View si è verificato lo scorso venerdì, è durato poco tempo ma si è riverberato per l’intero spettro del business dell’azienda statunitense.
Google è andato giù per un periodo di tempo compreso fra i 2 e i 5 minuti, una indisponibilità che ha coinvolto tutti i servizi di Mountain View dal motore di ricerca web fino a YouTube passando per Drive, Gmail e tutto il resto.
I social network e i servizi di micro-blogging come Twitter hanno naturalmente esacerbato la reazione di (moderato) panico fra gli utenti, i professionisti e le aziende telematiche, mentre la società di analisi GoSquared ha calcolato che i pochi minuti di indisponibilità di Google hanno provocato un crollo del traffico Internet pari al 40%. Fortunatamente per utenti e aziende, il panico è durato poco e i server sono tornati on-line in poco tempo.
“Google is down? Did we reach the edge of the internet?”
– VanessaHopeSchneider (@VHSchneider) August 16, 2013
Come back, google dot com.
– Karyne Levy (@karynelevy) August 16, 2013
Everybody: BING
– MattRosoff (@MattRosoff) August 16, 2013
Una sorte molto diversa è invece toccata a Microsoft e alla webmail Outlook, colpita da una serie di problemi di accesso intermittenti durati almeno tre giorni: e ancora presenti, almeno sui terminali mobile. L’origine dei disservizi, ha spiegato Microsoft, va ricondotta a un servizio di caching non funzionante che usa Exchange ActiveSync per interagire con i dispositivi.
Redmond si è scusata con gli utenti e ha promesso di porre rimedio migliorando la propria infrastruttura, ma la lunga durata del problema evidenzia – soprattutto se messa a confronto con la maggiore resilienza di Google – le difficoltà che Microsoft incontra nel fronteggiare i problemi posti dai server cloud dei servizi telematici.
Alfonso Maruccia