L'infida virtualità del pedoporno

L'infida virtualità del pedoporno

di Luddist - L'Italia inizia ad adeguarsi all'Europa e a bacchettare anche la produzione di immagini che non derivino da abusi ma da una creatività non condivisa. Chi pensa sbagliato si curi
di Luddist - L'Italia inizia ad adeguarsi all'Europa e a bacchettare anche la produzione di immagini che non derivino da abusi ma da una creatività non condivisa. Chi pensa sbagliato si curi


Roma – Che bello. Finalmente anche l’Italia dice no alla pedofilia virtuale. Ci voleva. Ci mancava una misura che mettesse fuori legge le lolite di 20anni, quelle che fan di tutto per apparire 15enni e che si propongono in pose lascive e ammiccanti su carte più o meno patinate, su Internet o addirittura al cinema. Fuori legge anche quei grafici dal mouse osceno che s’azzardano a postare online immagini ritoccate in modo tale che sembrino composte da minorenni coinvolti in attività sessuali. Finalmente un no secco alle immagini che, seppure fasulle, possano istigare alla violenza sui minori, sia mai che ci sia un pedofilo che non sa di esserlo e che, dopo aver visto un’immagine fasulla, assalga la nipotina.

Queste sono solo alcune delle misure della proposta di legge passata dal Consiglio dei ministri due giorni fa per mettersi in linea con gli orientamenti europei. Se diverrà legge ci sarà da mettere in guardia i librai: vietato infatti diffondere immagini che mostrino adulti che sembrino minori in pose hard, anche se il fotografo è David Hamilton o il compratore è un ammiratore d’un controverso fotoritrattista d’altri tempi come von Gloeden .

Chi ritenesse un errore la repressione dello smercio di immagini taroccate con contenuti osceni dovrebbe certo andare in cura, perché in questo modo si può distruggere non solo l’inaccettabile violenza che disgraziatamente alcuni minori subiscono in questo paese ma anche controllare il pensiero dei perversi. Guai a chi desse ragione ai giudici della Corte Suprema americana, quando decisero che il pedoporno fatto al computer doveva essere considerato legale perché “la libertà di pensiero” è sacra. Scherziamo?

Per fortuna ciò accadeva sull’altra sponda dell’oceano. Qui da noi il cittadino modello potrà liberarsi la coscienza e finalmente dare alle fiamme quelle opere che l’avevano ingannato, facendosi passare per arte. È schifoso pedoporno da far fuori subito o, al più tardi, quando la proposta diverrà legge. Per far fuori i VHS, quelli repellenti con i vari Salò di Pasolini o i Satyricon di Fellini , consiglio una smagnetizzazione lenta: che soffrano quei nastri vigliacchi mentre una potente elettrocalamita li priva della loro dissoluta esistenza. Per gli altri film pedopornografici eventualmente su DVD suggerisco bruciacchiature progressive: con un accendino si possono far provar loro le pene dell’inferno. Si può ottenere molto anche con gli spilloni ma non è comune la perizia necessaria a conficcarli nella plastica con la dovuta crudeltà.

I più dissoluti, naturalmente, potranno emigrare negli Stati Uniti, dove l’ossimoro “pedoporno virtuale” è ancora tale, dove Fellini è solo un brand e Pasolini manco lo conoscono.

Luddist

ps. È sorprendente che, dovendosi concentrare sulla perigliosa infiltrazione della virtualità pedofila, il Governo sia anche riuscito a varare norme più utili , quelle che estendono ai 18 anni le protezioni previste per i minori in materia di abuso, che colpiscono il turismo sessuale e il commercio di immagini pedopornografiche su Internet, che costituiscono un Centro nazionale di monitoraggio e sorveglianza contro la pedopornografia su internet. Taccio sui nuovi oneri a carico dei provider , resi responsabili di “filtri anti-pedofilia”, perché mi potrebbe scappare una risata, certo fuoriluogo trattandosi di temi tanto delicati.

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Pubblicato il
11 nov 2003
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