Legge di Moore defunta in 10 anni

Legge di Moore defunta in 10 anni

Ennesimo rintocco per le campane a morto sulla chiacchierata "legge" che ha governato lo sviluppo tecnologico dei microchip. Sarà impossibile andare oltre il 2022: parola di Robert Colwell
Ennesimo rintocco per le campane a morto sulla chiacchierata "legge" che ha governato lo sviluppo tecnologico dei microchip. Sarà impossibile andare oltre il 2022: parola di Robert Colwell

L’enunciato sul raddoppio di transistor (e di prestazioni) integrati nei microprocessori ogni due anni circa, noto come “legge” di Moore, è già stato dichiarato morto, pensionando e insostenibile più e più volte , ma quando al coro lamentoso si unisce qualcuno come Robert Colwell le infauste previsioni sulla suddetta legge acquistano una qualità tutta particolare. E si fanno molto più concrete.

robert colwell Colwell è attualmente impegnato come direttore del programma Microsystems Technology Office presso l’agenzia DARPA, ma la sua carriera lavorativa l’ha passata tutta con Intel dirigendo – fino al raggiungimento della pensione al volgere del millennio – i lavori sulle storiche architetture delle CPU Pentium Pro, Pentium II, Pentium III e Pentium 4.

L’ingegnere elettronico sa di cosa parla, insomma, quando parla di legge di Moore e problematiche connesse: nelle sue previsioni, il raddoppio di transistor e prestazioni all’interno di una CPU si arresterà definitivamente entro il 2020 – al massimo 2022, quando l’evoluzione tecnologica dei processi CMOS avrà raggiunto il nodo produttivo da 7-5 nanometri.

Il “papà” del Pentium Pro interviene alla conferenza Hot Chips di Palo Alto, in California, per descrivere lo scenario cupo che a suo dire attende i progettisti di IC e designer di CPU ad altissimo livello di sofisticazione: la legge di Moore ha rappresentato una crescita “esponenziale” che ha portato a un incremento delle velocità, in 30 anni, di 3.500 volte – dal megahertz scarso del processore 4004 di Intel fino ai 5GHz raggiunti dalle CPU moderne (non necessariamente basate su set di istruzioni x86/x86-64).

Per sua natura, spiega Colwell, una crescita di tipo esponenziale non può andare avanti all’infinito e quella della legge di Moore finirà da qui a una decina di anni scarsi. I miglioramenti architetturali delle CPU hanno in questi anni contribuito allo sviluppo delle CPU con una crescita di 50 volte, dice l’ingegnere, e nei prossimi 30 anni (da oggi) sarà questo il livello di incremento prestazionale complessivo macinabile dalle complesse e costosissime “fab” produttive di Intel e degli altri colossi del settore IC.

Più che lo sviluppo tecnologico e la necessità di individuare soluzioni alternative ai processi CMOS basati sul silicio, spiega ancora Colwell – e DARPA e in tal senso alla ricerca di dette alternative – a far estinguere l’enunciato di Moore saranno le leggi economiche : a Intel non converrà più investire miliardi di dollari su una rincorsa alle performance e ai design multi-core spinti capace di offrire miglioramenti tangibili – e “vendibili” agli acquirenti finali – enormemente più contenuti che in passato.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 29 ago 2013
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