Hotfile e la vendetta di Hollywood

Hotfile e la vendetta di Hollywood

MPAA ottiene la procedura abbreviata per il blocco DNS della popolare piattaforma di file hosting, riconosciuta colpevole di incitare alla violazione del copyright
MPAA ottiene la procedura abbreviata per il blocco DNS della popolare piattaforma di file hosting, riconosciuta colpevole di incitare alla violazione del copyright

Nell’Olimpo della condivisione dei contenuti online, il cyberlocker panamense Hotfile era finito nel mirino della statunitense Motion Picture Association of America (MPAA), accusato di violazione sistematica del copyright in barba ai legittimi detentori dei diritti. Le stesse case di produzione cinematografica avrebbero ottenuto l’atteso summary judgment presso una corte distrettuale in Florida, la procedura abbreviata che bloccherebbe a livello DNS il dominio .com della piattaforma di file hosting .

Tra i primi dieci siti della condivisione digitale, Hotfile sarebbe stato condannato per le sue attività di incitazione alla violazione del diritto d’autore, in mancanza di prove sufficienti a stabilire una forma diretta di sfruttamento illecito delle opere tutelate dal copyright. Manca comunque la documentazione ufficiale della stessa procedura abbreviata, che dovrebbe essere diramata entro un paio di settimane dal giudice distrettuale.

Stando alla tesi sbandierata in aula dai legali di MPAA, le attività di business portate avanti da Hotfile sarebbero del tutto simili a quelle dell’ormai defunto Megaupload, non degne della protezione garantita agli intermediari dal porto sicuro del Digital Millennium Copyright Act (DMCA). La piattaforma panamense avrebbe in sostanza pagato numerosi uploader per il caricamento di materiale illecito. Nei documenti presentati dall’associazione dei produttori cinematografici di Hollywood si denuncia come più del 90 per cento dei download effettuati sul sito sarebbe relativo ad opere in violazione del diritto d’autore , a dispetto di quanto rilevato da altre analisi .

In un breve comunicato diramato ai media, il chairman e CEO di MPAA Chris Dodd ha sottolineato come la decisione del giudice mandi un chiaro segnale a tutte le piattaforme della condivisione online, basate sul furto delle opere altrui e dunque responsabili al cospetto della giustizia. Attualmente, il dominio di Hotfile resta aperto al mondo cibernetico, mentre si attende una risposta da parte dei responsabili della stessa piattaforma con base a Panama.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
2 set 2013
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