Google e Microsoft unite contro il tecnocontrollo

Google e Microsoft unite contro il tecnocontrollo

I colossi dell'IT denunciano le autorità che bloccano i tentativi di trasparenza, mentre la NSA spia le TV mediorientali e un filmmaker di origine iraniana bombarda di telefonate l'agenzia a tre lettere
I colossi dell'IT denunciano le autorità che bloccano i tentativi di trasparenza, mentre la NSA spia le TV mediorientali e un filmmaker di origine iraniana bombarda di telefonate l'agenzia a tre lettere

Il responsabile dell’ufficio legale nonché vice-presidente esecutivo di Microsoft Brad Smith ha annunciato nel week-end l’avvio di una causa legale di comune accordo con Google, un’iniziativa contro il Dipartimento di Giustizia (DOJ) americano e il diniego restituito alle corporation in risposta alla loro richiesta di maggiore trasparenza sui tanti interrogativi sollevati dallo scandalo Datagate .

Redmond e Mountain View non potrebbero essere più diverse, suggerisce Smith, ma quando si tratta di dimostrare ai netizen la volontà di un reale e propositivo rispetto della loro privacy contro le fameliche richieste di dati provenienti dalla NSA (tramite apposite richieste Foreign Intelligence Surveillance Act approvate dalla super-segreta corte FISC) l’interesse è comune.

I big dell’IT americano avevano chiesto alla corte FISC il permesso per rendere pubbliche le informazioni in merito alle richieste FISA per l’accesso ai dati utente in loro possesso, ma la corte ha risposto picche spingendo Microsoft e Google a scegliere la strada dei tribunali. Una strada che apparentemente prevede anche la riformulazione della richiesta di trasparenza inizialmente rivolta al governo USA.

La causa avviata da Microsoft (e Google) va ad aggiungersi al già corposo elenco di iniziative legali contro Washington partorite da questi mesi di rivelazioni sul tecnocontrollo mondiale da 52 miliardi di dollari messo in atto dall’intelligence statunitense, e le suddette rivelazioni non si sono certo fermate per questo.
Anzi tutt’altro: l’ultima puntata del Datagate arriva dal magazine tedesco Der Spiegel , che citando i documenti forniti dal solito Edward Snowden svela come la NSA abbia messo sotto controllo le comunicazioni dell’emittente del Qatar Al Jazeera nel marzo del 2006. Al Jazeera è una fonte di informazioni che ha spesso diffuso messaggi provenienti da esponenti di al-Qaida, e il fatto che la NSA la tenesse sotto controllo già più di 7 anni fa lascia facilmente ipotizzare come simili operazioni di sorveglianza siano state messe in atto (e siano ancora in corso) nei confronti di altri mezzi di comunicazione in lingua araba.

L’intelligence USA tiene sotto controllo i media mentre quella britannica preferisce minacciare e chiedere la distruzione dei documenti: il GCHQ ha recentemente costretto il Guardian a distruggere gli hard disk su cui erano presenti i documenti riservati di Snowden, e fonti del New York Times rivelano ora come l’organizzazione di Sua Maestà abbia provato a fare lo stesso – senza riuscirci – anche con il quotidiano statunitense.

La NSA è sotto pressione per le richieste di trasparenza, ma anche perché c’è chi chiama i centralini telefonici chiedendo che l’agenzia ripristini una loro email personale cancellata per sbaglio: il mattacchione, in questo caso, è il filmmaker di origine iraniana Bahram Sadeghi e il breve video risultante è destinato a diventare un classico.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 set 2013
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