Cinque anni per cambiare il mondo

Cinque anni per cambiare il mondo

Oggi i nostri governanti si ritrovano ad inseguire quello che avrebbero dovuto e potuto anticipare. Il Nuovo Mercato è senza dubbio un ottimo affare ma Internet non è solo quello
Oggi i nostri governanti si ritrovano ad inseguire quello che avrebbero dovuto e potuto anticipare. Il Nuovo Mercato è senza dubbio un ottimo affare ma Internet non è solo quello


Roma – Se un italiano fosse rimasto addormentato negli ultimi cinque anni e si risvegliasse oggi troverebbe incredibile quanto sta accadendo: fine del monopolio Telecom , Flat-Rate e connessioni a banda larga , legislazione favorevole , finanziamenti statali , opportunità online. Oggi la rete è il futuro e lo sanno anche i bambini! Ieri lo sapevano solo in pochi coraggiosi.

Cinque anni. Sono bastati cinque anni per far capire a molti che internet vuol dire informazione, scambio e opportunità. Quindi gradualmente vorrà dire anche mercato globale, coscienza globale ma soprattutto la certezza di nuove regole, assai più libere e democratiche di quelle che da almeno un decennio i nostri politici si affannano a dire di voler realizzare.

Cinque anni di start-up nell’era dell’informazione hanno aperto orizzonti sociali, spazi di solidarietà e di unione prima impensabili. Le genti appaiono “stupite con effetti speciali”, ed è solo l’inizio. Siamo infatti ancora ben lontani da una stabilizzazione della velocità del progresso (ormai a “velocità quasi vertiginosa” , come ricordava il presidente Ciampi), che permetta di capire cosa stia effettivamente succedendo, cosa sia questa “nuova era”.
Una riflessione è suggerita dalla storia: dovremmo essere di fronte ad una rivoluzione vera e propria destinata a modificare sostanzialmente usi e costumi dell’intero pianeta entro pochi anni. Una rivoluzione.

Le premesse, come ricordava anche Nichi Grauso, uno dei primi italiani a credere nella rete, sono tutte qui, oggi: un sistema decadente che non vuole o non è in grado di impostare il nuovo, che però si impone di fatto. Una pentola a pressione che rischia di generare strappi sociali e tensioni pericolose interne alle popolazioni e tra gli stati. Una situazione la cui responsabilità storica è tutta nelle mani dei nostri attuali politici.

Di fatto, oggi i nostri governanti si ritrovano già ad inseguire quello che avrebbero dovuto e potuto anticipare. Il Nuovo Mercato è senza dubbio un ottimo affare ma Internet non è solo un “affare”: è soprattutto scambio di informazioni e terreno di confronto per milioni di persone che a basso costo riescono a crescere, unirsi e proporre nuove idee. Tutti in cerca della migliore qualità.

Ed è proprio lo scambio vorticoso di informazioni che sta mettendo in crisi i sistemi occidentali. La perdita del controllo sull’informazione appare devastante, è destrutturante per il sistema.

Ricordiamoci che fino a pochi anni fa solo i TG della Rai erano consentiti, gli altri canali televisivi semplicemente non potevano fare informazione e si discuteva della legittimità delle TV private!

Andrea De Andreis

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Pubblicato il
7 apr 2000
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