I nuovi prodotti nella linea Chromebook saranno basati su CPU Intel con microarchitettura Haswell , una novità che il chipmaker statunitense introduce durante l’Intel Developer Forum (IDF) e che Google accoglie come un rinnovamento più che benvoluto in un prodotto che vuole essere sempre meno di nicchia e sempre più “mainstream”.
L’interesse dei produttori OEM verso la piattaforma Chromebook è in crescita , e della nuova partita di client Internet-dipendenti con CPU Haswell faranno parte Hewlett-Packard con un dispositivo da 14 pollici specificatamente pensato per l’uso di Chrome, Acer con un form factor “lucido e leggero”, Toshiba e Asus.
In tutti i casi viene garantita un’autonomia di nove ore prima della necessità di ricaricare la batteria integrata, e le CPU Haswell permetteranno in tal senso di migliorare l’efficienza energetica del 50 per cento, senza dimenticare le performance superiori di 15 punti rispetto ai passati Chromebook e più che raddoppiate rispetto alla “concorrenza”.
Intel è di casa sui Chromebook, sostiene Google, visto che il chipmaker ha partecipato al progetto sin “dal primo giorno” e ora lavora a ottimizzare kernel, driver e software – cioè il browser Chrome, il layout engine Blink e le web-app che girano sul terminale – della piattaforma per ottenere il massimo delle performance sulle nuove CPU Intel tri-gate a 22 nm.
Gli utenti ameranno i nuovi Chromebook con processori Haswell, sostengono in coro Google e Intel, ma altrove si sottolinea maliziosamente che anche la NSA e il programma multimiliardario di sorveglianza globale dell’intelligence statunitense non potranno che apprezzare la totale dipendenza dei gadget di Mountain View dalla connessione a Internet.
Alfonso Maruccia