BlackBerry schiva gli analisti

BlackBerry schiva gli analisti

Nessuna earning call per dibattere dei risultati finanziari. BlackBerry si prepara a sfornare i numeri della crisi. T-Mobile vuol liberare i propri inventari dai prodotti della canadese. Solo Fairfax mostra fiducia
Nessuna earning call per dibattere dei risultati finanziari. BlackBerry si prepara a sfornare i numeri della crisi. T-Mobile vuol liberare i propri inventari dai prodotti della canadese. Solo Fairfax mostra fiducia

BlackBerry non affronterà gli analisti nella tradizionale earning call prevista per il 27 settembre per discutere i risultati finanziari del trimestre: l’azienda canadese, sull’orlo di un buyout da parte della finanziaria connazionale Fairfax Financial Holdings, discuterà della situazione in cui versa non prima della prossima settimana, in parallelo alla pubblicazione ufficiale della trimestrale.

Il comunicato di BlackBerry attribuisce il cambio di programma proprio all’operazione in corso con Fairfax. Ma il momento in cui l’azienda scoprirà le proprie carte non sarà un momento di entusiasmi: l’azienda, nei giorni scorsi, ha ufficializzato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 4.500 posti di lavoro, un ridimensionamento della linea dei propri prodotti, un cambio di strategia necessario per un’azienda che si prepara ad dichiarare, per il secondo trimestre del 2013, perdite che sfiorano il miliardo di dollari.

Ultimo segnale della situazione in cui versa BlackBerry, l’ annuncio diramato da T-Mobile, quarto operatore mobile statunitense: il carrier smetterà di riempire i propri magazzini con i prodotti BlackBerry, passando ad un modello di business che prevede di contare sulle ordinazioni, così da soddisfare i desideri degli utenti senza sobbarcarsi il carico del potenziale invenduto . “L’utente continuerà a vedere il telefono sugli scaffali – spiega T-Mobile – Se non fosse disponibile nell’inventario, il dispositivo potrà essere ordinato”.

L’ottimismo non sembra dunque regnare sotto i cieli di Waterloo: il titolo scende inesorabilmente, fino a raggiungere sul NASDAQ un valore di 8,01 dollari, praticamente un dollaro in meno rispetto alla valutazione di Fairfax.

Ma è proprio la finanziaria canadese a rinnovare la propria fiducia nell’operazione, e nel suo buon esito. Senza alcuna rinegoziazione dell’accordo: “Abbiamo ragionato a lungo e intensamente prima di offrire 9 dollari ad azione – ha dichiarato il CEO di Fairfax Prem Watsa – e non siamo certo intenzionati ad offrire una quota e a cambiare piano all’ultimo momento”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
26 set 2013
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