Telecom Italia, Bernabè lascia il timone

Telecom Italia, Bernabè lascia il timone

Il presidente esecutivo lascia per evitare una pericolosa paralisi nella governance. Incompatibilità con gli azionisti sull'iniezione di capitali freschi per ridurre l'indebitamento societario
Il presidente esecutivo lascia per evitare una pericolosa paralisi nella governance. Incompatibilità con gli azionisti sull'iniezione di capitali freschi per ridurre l'indebitamento societario

Le dimissioni del presidente esecutivo di Telecom Italia Franco Bernabè in una lunga missiva indirizzata ai senatori Altero Matteoli e Massimo Mucchetti, attuali presidenti delle commissioni Lavori Pubblici e Industria a Palazzo Madama. In seguito all’ accordo con la spagnola Telefonica, il CdA di Telecom Italia ha avviato il processo volto all’individuazione del nuovo presidente, affidando il comando ad interim all’AD Marco Patuano .

“In questa fase critica per il futuro di Telecom, una spaccatura in seno al Consiglio di Amministrazione sulla strada da intraprendere avrebbe determinato una paralisi dell’azienda e l’impossibilità di giungere a una soluzione condivisa – ha spiegato Bernabè ai senatori e a tutti i dipendenti – È per questo motivo che ho deciso di fare un passo indietro, non senza aver rappresentato al CdA la necessità di dotare la società dei mezzi finanziari necessari a sostenere una strategia di rilancio”.

Dalla lettera di dimissioni sono dunque emerse le pesanti divergenze tra lo stesso Bernabè e i principali azionisti di Telecom Italia, in particolare sulla strategia più giusta da affrontare per risolvere la delicata questione legata al pesante indebitamento della società. Lo stesso Bernabè aveva chiesto una iniezione di capitali freschi fin dal suo arrivo in Telecom nel 2007 , con la ferma opposizione degli azionisti di controllo.

“Le due alternative possibili, quella dell’aumento di capitale riservato a un nuovo socio e quella di un aumento di capitale aperto al mercato, non hanno trovato il necessario supporto dei soci riuniti in telco che hanno deciso di avviare il percorso annunciato di recente che porterà Telefonica ad acquisire il controllo di Telecom”, ha spiegato Bernabè ribadendo il suo continuo impegno verso il confronto e la difesa degli interessi aziendali.

All’ormai ex-presidente di Telecom Italia sarà garantita una buonuscita per un valore complessivo di 6,6 milioni di euro , considerato il suo stipendio fino alla scadenza naturale del mandato (maggio) per un totale di 3,7 milioni, più altri 2,9 milioni per un contratto di non concorrenza (12 mesi). Il CdA ha inoltre annunciato la sostituzione dell’ingegnere Elio Catania alla presidenza del Comitato per il controllo e i rischi e del Comitato per le nomine e la remunerazione della Società, ora gestito da Jean Paul Fitoussi.

Dopo l’addio di Bernabè, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha risposto a un’interrogazione in Commissione Finanze presentata dal deputato Marco Causi (Pd): il governo sta pensando a una riforma delle OPA, una questione che andrebbe oltre gli interessi specifici di Telecom, riguardando l’intero settore delle TLC. “Sarebbe sbagliato dire che non ci stiamo pensando, ma anche dire che c’è un orientamento definito – ha spiegato Baretta – Mentre stiamo definendo i criteri sulla golden power e a breve porteremo il provvedimento in Consiglio dei Ministri”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
4 ott 2013
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