Australia, mano morbida contro i pirati

Australia, mano morbida contro i pirati

Il primo caso del genere nel paese, quello di due giovani che hanno diffuso migliaia di brani musicali su Internet in modo del tutto illegale, si conclude con una sentenza che non piace all'industria di settore
Il primo caso del genere nel paese, quello di due giovani che hanno diffuso migliaia di brani musicali su Internet in modo del tutto illegale, si conclude con una sentenza che non piace all'industria di settore


Melbourne (Australia) – Le leggi avrebbero consentito di usare la mano dura contro due pirati australiani che avevano messo a disposizione illegalmente su un sito web una enorme quantità di musica, ma il giudice che li ha condannati ha preferito usare la mano morbida, forse perché questa sentenza è la prima nel suo genere in Australia.

Il caso è quello di due giovani di 19 e 20 anni che erano stati arrestati per aver pubblicato online quasi 2mila brani musicali e i contenuti di quasi 400 CD. Il loro sito, secondo i dati non proprio chiarissimi dell’accusa, avrebbe raccolto quasi sette milioni di visite in poche settimane. La polizia federale australiana ritiene che l’attività dei due abbia causato addirittura 60 milioni di dollari australiani di danni all’industria musicale. Entrambi si sono dichiarati colpevoli ad un totale di più di 50 capi di imputazione e hanno chiesto il patteggiamento.

Il giudice, sul quale si era alzata parecchia attenzione essendo questo il primo caso del genere arrivato in tribunale nel paese, ha dichiarato che la gravità di quanto accaduto e la necessità di dare un esempio lo ha spinto a condannare entrambi a 18 mesi di carcere , una pena che però ha sospeso tenendo conto che i due pirati non hanno tratto alcun profitto dalle loro operazioni e che sono entrambi molto giovani.

La sentenza ha suscitato le ire dell’ industria musicale secondo cui non è stata altro che “una bacchettata sui polsi”. “E’ molto deludente – ha dichiarato il rappresentante dell’associazione dell’industria musicale locale – perché l’Australia aveva la possibilità di dimostrare al mondo quanto grave sia un crimine di questo tipo. Invece, il tribunale ha consentito loro di rimanere in libertà dopo aver detto che meritavano il carcere: è un invito ai pirati in Internet a trasferirsi in Australia”.

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Pubblicato il 19 nov 2003
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