Helpouts, gli utenti di Google risolvono problemi

Helpouts, gli utenti di Google risolvono problemi

Debutta negli USA la piattaforma per fornire assistenza in tempo reale basata sulla consulenza di professionisti del settore. Certificati e regolarmente pagati
Debutta negli USA la piattaforma per fornire assistenza in tempo reale basata sulla consulenza di professionisti del settore. Certificati e regolarmente pagati

Assistenza su misura e in tempo reale per aiutare gli utenti a risolvere i problemi, qualsiasi essi siano. Google ha a cuore la sorte degli utenti, così al già fitto elenco di servizi a loro dedicati aggiunge ora Helpouts , piattaforma ideata per connettere mediante videochat chi necessita di aiuto con professionisti di ogni settore. Al momento il servizio è attivo solo in inglese e copre otto categorie: arte e musica, tecnologia, cucina, educazione e formazione, moda, salute, fitness, casa e giardinaggio. Nei prossimi mesi arriveranno altre lingue e nuove aree di interesse, che saranno in costante divenire, con l’eccezione di attività illegali e quelle per soli adulti.

Dal trucco agli esercizi ginnici, dalle ricette culinarie alla riparazione di una porta, Helpouts promette di sciogliere qualunque dubbio grazie alle dritte degli esperti. Questi sono selezionati da Big via certificazioni e altre garanzie scritte, e al momento sono poco più di un migliaio tra liberi professionisti e rappresentanti di aziende come Sephora, Weight Watchers e Rosetta Stone.

Nella consueta logica di Google, un servizio ne richiama un altro, così per accedere a Helpouts gli utenti devono avere un profilo su Google+ ed effettuare il pagamento solo tramite Google Wallet in base agli accordi presi in precedenza (tariffa flat o a tempo). Per usufruire di una sessione one-to-one, infatti si deve pagare una tariffa fissata dall’azienda, che trattiene il 20 per cento di ogni transazione, con l’eccezione del settore medico, per il quale bisogna ancora stabilire le tariffe dei vari possibili servizi.

Chi è interessato a contattare un esperto, può scorrere la lista di quelli disponibili e valutare giudizi e recensioni lasciati dai precedenti clienti. Se la questione è urgente si può scegliere tra coloro che sono subito disponibili, mentre se si è interessati a uno specifico consulente oppure ci si vuole concentrare sul problema in un secondo momento è possibile accordarsi su giorno e ora della lezione. In questo caso, è bene dare un’occhiata all’orologio perché se il maestro ritarda oltre i cinque minuti la sessione sarà gratuita. Qualora, invece, non si sia soddisfatti dei suggerimenti ottenuti, ci sono 72 ore di tempo per chiedere il rimborso a Google.

Per la società di Mountain View il nuovo servizio non vuole essere solo un rimedio ai piccoli, vari, contrattempi quotidiani, ma anche un’opportunità per dedicare tempo a quei progetti finiti nel dimenticatoio come imparare una nuova lingua o scoprire i segreti di qualche disciplina o branca del sapere.

Pur non essendo una novità assoluta, poiché di servizi online che connettono utenti ed esperti ce ne sono diversi , anche se Helpouts si fonda sull’offerta di aiuto istantanea basata sull’incontro reale tra le persone (anche se via computer o smartphone Android), l’ingresso di Google ha chiaramente acceso i riflettori sul tema. Per il Wall Street Journal , il lancio di Helpouts è un’implicita dimostrazione del fatto che il motore di ricerca non è in grado di rispondere a tutte le esigenze degli internauti che, sempre più spesso, si affidano alle cerchie virtuali di Facebook e Twitter per trovare le informazioni di cui hanno bisogno. “La missione di Google è organizzare le informazioni utili a livello mondiale, ma ampliando i confini di ricerca è evidente che tante informazioni sono nella testa delle persone e non sul web”, ha dichiarato Udi Manber, vice presidente Google e capo del progetto Helpouts, durante la presentazione della piattaforma.

Per riuscire nel suo intento, Google deve espandere in maniera considerevole e in breve tempo il numero di provider, elemento base per differenziare l’offerta e far fronte a qualunque tipo di richiesta da parte degli utenti. Oltre che tanti, i fornitori dovranno essere anche molto preparati, altrimenti il rischio è di restare un servizio di nicchia incapace di risolvere i problemi delle persone.

Alessio Caprodossi

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Pubblicato il
6 nov 2013
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