Google Play allarga lo streaming italiano

Google Play allarga lo streaming italiano

Sullo store di Mountain View, un vasto catalogo di nuove uscite cinematografiche. Ecco perché in un settore statico che ha ricevuto le prime scosse da Apple, Netflix e piccoli operatori, Big G può rappresentare una valanga
Sullo store di Mountain View, un vasto catalogo di nuove uscite cinematografiche. Ecco perché in un settore statico che ha ricevuto le prime scosse da Apple, Netflix e piccoli operatori, Big G può rappresentare una valanga

Google estende la sua offerta su Google Play: oltre ad applicazione, giochi, musica e libri da oggi è possibile acquistare e noleggiare film online .

Mountain View anticipa l’arrivo in Italia di grandi operatori del settore come Netflix, Hulu ed Amazon, così come dell’offerta senza parabola di Sky: gli apripista sono stati – tecnicamente – Apple e Spotify, il primo ha siglato importanti accordi per la distribuzione dei film attraverso i dispositivi mobile con la Mela, mentre il secondo è arrivato più di ogni altro a far conoscere al grande pubblico le potenzialità dello streaming . Se da un lato, infatti, è opportuno sottolineare le differenze tra il settore video e quello musicale, in particolare perché quest’ultimo sente come ancora più impellente l’esigenza di trovare nuovi canali di distribuzione e retribuzione e poi perché tecnicamente si tratta di contenuti più leggeri, è altrettanto vero che Spotify ha dimostrato come la diffusione di tablet e smartphone abbia ormai preparato il terreno per l’offerta streaming slegata dal possesso fisico di un dispositivo su cui è registrato il contenuto o dal suo stesso download.

La mancanza di un settore italiano di video streaming strutturato, caratterizzato piuttosto da tanti attori ma pochi protagonisti , nonché la presenza di un’industria ancora poco convinta delle potenzialità dello streaming, aveva finora cristallizzato le dinamiche di offerta dei film disponibili online. In pratica, le piattaforme esistenti in Italia erano costrette a presentarsi ai clienti con titoli non freschissimi e costi non concorrenziali.

Questo atteggiamento da parte dei produttori non può certo rivoluzionarsi da un giorno all’altro, tanto che il Presidente di ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) Riccardo Tozzi continua a parlare più dei pericoli della pirateria digitale e del bisogno di tutela dei diritti di proprietà intellettuale , piuttosto che di una strategia alternativa per combatterla sul piano dell’offerta.
Tuttavia l’opera di Google, insieme ad Apple e agli altri operatori, potrebbe fare quello che Cupertino ha fatto per la musica con iTunes: incanalare il bisogno digitale in un’alternativa legale e facile da utilizzare, come peraltro già avviene su altri mercati.

Negli Stati Uniti, per esempio, mentre il traffico destinato al P2P appare in netto calo, le alternative legali Netflix e YouTube valgono il 50 per cento di tutto il traffico dati. Un altro esempio del trend del settore è il Regno Unito, dove dopo una battaglia legale che proseguiva da sei anni e mezzo, già chiusa su altri fronti con l’ accettazione del sistema di retribuzione basato su Content ID, la Premier League (la lega calcio britannica) ha raggiunto un accordo con YouTube per la distribuzione sulla piattaforma delle sintesi delle partite .

Questa sorta di rivoluzione copernicana che vede la Rete diventare una risorsa e non una minaccia potrebbe essere consacrata in Italia proprio da Google che, d’altronde, mette sul piatto della bilancia il pubblico di tutti i dispositivi Android. Grazie a questa forza contrattuale è già riuscita ora a caratterizzare la sua offerta con un prezzo molto competitivo: il noleggio parte da 2,99 euro e l’acquisto da 7,99 .

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Per quanto riguarda la collezione disponibile, poi, Google parla di un “vastissimo catalogo”, fatto di classici e ultime uscire, predisposto grazie ad accordi “stretti con gli studi cinematografici internazionali e con le principali case indipendenti italiane”, tra cui NBCUniversal, Paramount, Sony, Twentieth Century Fox, Walt Disney, Warner Bros, Eagle Pictures, Lucky Red, Cecchi Gori e BiM Distribuzione.

Per quanto riguarda le modalità di fruizione il tutto è gestito all’insegna della semplicità, un altro grosso problema per le piattaforme preesistenti, che devono combattere con l’esistenza di diversi standard di compressione video e diversi browser.

Google ha il vantaggio di avere come base di utenti Android e può permettersi una gestione semplificata dei contenuti attraverso il negozio di Google Play: offre anche la possibilità di scaricare un contenuto sul proprio dispositivo e di poterlo guardare in un secondo momento anche senza una connessione dati : la maggior parte dei contenuti è disponibile per 30 giorni dalla data del noleggio e per 48 ore dall’inizio della visione.

Per quanto riguarda la qualità video è disponibile la definizione standard e l’alta definizione.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
12 nov 2013
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