Contrappunti/ Spam! Spam Spam!

Contrappunti/ Spam! Spam Spam!

di Massimo Mantellini - Ma chi ha detto che gli spammer più grossi sono sempre gli stessi? Sono molti i miti sullo spam che sono, appunto, miti. Come quello che basti un filtro o una legge. Impossibile lamentarsi dell'Italia
di Massimo Mantellini - Ma chi ha detto che gli spammer più grossi sono sempre gli stessi? Sono molti i miti sullo spam che sono, appunto, miti. Come quello che basti un filtro o una legge. Impossibile lamentarsi dell'Italia


Roma – Parliamo di spam. Argomento mica tanto originale – me ne rendo conto – ma sempre valido. Specie in questi giorni nei quali, di fronte alla marea montante di messaggi non sollecitati che ciascuno di noi quotidianamente riceve, ci sono alcune notizie ed iniziative da segnalare.

La prima: Pew Research – come dico spesso, un istituto serio che fa ricerche serie – ha appena pubblicato i dati di una sua indagine sullo spam fra l’utenza americana. I risultati sono sconfortanti e raccontano assai bene a che punto siano ormai arrivate le cose. Basta leggere la prima frase delle conclusioni della ricerca: Lo spam sta iniziando ad indebolire l’integrità della posta elettronica e a degradare la vita online . Seguono numeri, molti numeri che concordemente descrivono i termini di una insofferenza che ormai ha raggiunto livelli di guardia. Per chi abbia voglia di darci una occhiata il sunto della ricerca è qui .

Altra notizia in tema. Trovo citato sul blog di Mauro Lupi un interessante articolo di Rebecca Lieb apparso su Clicz.com. Anche qui si parla di spam ed in particolare dei suoi miti. Girano da tempo immemore favole sullo spam. Storielle che sono ormai diventate luoghi comuni senza che nessuno abbia mai avuto voglia di approfondirne l’eventuale veridicità. Come ad esempio sostenere che il numero di spammer, a fronte di un numero di junk mail sempre crescente, sia sostanzialmente il medesimo da anni, specie per quanto attiene agli spammer di contenuti pornografici. Scopriamo poi che gli americani sono convinti assertori della teoria secondo la quale la maggior quantità di spam origini in Asia. Gli europei pensano che tale spazzatura provenga in gran parte dagli USA ecc. ecc. Lo spam è insomma come la bella Cecilia, quella che alla fine nessuno se la piglia. La Lieb smonta poi, uno ad uno, un grappolo di altri piccoli e grandi miti sullo spam, come per esempio quello secondo il quale Microsoft stia facendo tutto il possibile dal lato software per arginare il fenomeno o come quello secondo il quale un rigido utilizzo dell’opt-in o dei deterrenti legislativi possa metterci in salvo da questa piaga biblica.

Per arrivare a parlare dell’ Italia, da tempo Paolo Attivissimo, uno dei più lucidi ed indipendenti osservatori della Internet italiana, ha aperto sul suo sito una utilissima sezione antispam nella quale chiunque lo desideri puo’ scaricare un facsimile della mail da inviare ad eventuali spammer italiani. Chi avesse la pazienza di rispondere colpo a colpo al diluvio di messaggi non richiesti che ingolfano le nostre mailbox, specie se in maniera oculata ed informata come quella indicata da Attivissimo, scoprirà poi che il nostro paese, per merito di un garante della privacy che in questi anni ha preso posizione spesso ed in maniera molto incisiva, è forse uno dei pochi nel quale esistono strumenti efficaci di dissuasione dell’invio delle mail spazzatura. Unica luccicante eccezione – quella della gestione Rodotà- in un panorama di politica delle reti per il resto assai deprimente.

In ogni caso il fulcro del problema se ne sta come sempre alla periferia. Ho letto con interesse le posizioni espresse qualche giorno fa da Cesare Veneziani e Silvano Fraticelli di McLink in una intervista apparsa su questo giornale. Sono posizioni che condivido, specie quando si dice che “sul piano culturale prima di tutto, l’utente sia il primo a gestire la propria sicurezza, aggiornando il proprio antivirus e usando l’email in modo responsabile.” Demandare interamente agli ISP il controllo dei propri messaggi di posta elettronica (una opzione che anche commercialmente sta iniziando a far capolino nelle offerte di molti ISP) in nome del rischio spam è una semplificazione che va presa con le molle. E questo senza dover per forza pensar male sulle sempre possibili opzioni di controllo che tali scelte potrebbero presupporre.

Abbiamo per fortuna una rete molti a molti e sarà il caso di mantenercela così finche sarà possibile. Senza dimenticare che molti a molti significa anche una promessa di responsabilità individuale che è un aspetto fondante di questa architettura. Per questo ogni opzione individuale di risposta allo spam come quella immaginata da Paolo Attivissimo – in un contesto legislativo efficace – è oggi così importante. Una dichiarazione chiara di opposizione ai furbi, agli idioti e a quanti vorrebbero che Internet diventasse cio’ che nessuno di noi vuole.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il 24 nov 2003
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