Roma – Con una certa fretta i responsabili di eBay , il celebre sito d’aste, hanno rimosso una serie di offerte che avevano posto all’asta immagini e riproduzioni, alcune delle quali contenenti minori nudi. La decisione è arrivata dopo una serie di segnalazioni di utenti eBay secondo cui quelle offerte costituivano pornografia infantile.
Ma la scelta di eBay viene in queste ore duramente contestata.
Prima della rimozione di quelle aste, infatti, le offerte sono state lungamente analizzate da un’organizzazione britannica severissima che scansiona la rete proprio a caccia di illegalità legate al triste smercio di immagini di pedopornografia. I responsabili della Internet Watch Foundation (IWF) hanno esaminato quelle aste dopo aver ricevuto alcune segnalazioni e hanno fatto sapere che “quando il nostro staff ha visto quel materiale, ha scoperto che si trattava perlopiù di vecchie cartoline e non conteneva alcuna pornografia infantile vietata dalla legge inglese”. Per quanto potessero essere di cattivo gusto per molti, ha dichiarato IWF, quelle aste non erano frutto di abusi né indirizzate al traffico illegale di immagini illecite.
Ma è bastato che IWF segnalasse ad eBay di aver visionato quel materiale per spingere il sito a rimuovere subito tutte le aste . All’ezine inglese The Register un responsabile del sito d’aste ha dichiarato che “la pornografia infantile non è consentita su eBay come previsto dal contratto con gli utenti, che tutti devono firmare prima di registrarsi al sito”. Secondo i responsabili del sito d’aste “eBay ha trovato alcuni oggetti sospetti sul proprio sito americano, che violavano la policy” e dunque “è stata intrapresa un’azione immediata, sono state rimosse le offerte ed è stato sospeso il venditore”.
Le polemiche contro eBay si sono ulteriormente inasprite quando due utenti registrati hanno accusato il sito d’aste di aver rimosso dalle proprie bacheche i commenti sfavorevoli pubblicati dopo l’operazione di rimozione di quei contenuti. C’è anche chi si chiede perché eBay – che sostiene di essere stata informata da “preoccupati utenti” – non abbia conseguentemente denunciato il venditore alle autorità competenti per vendita di pornografia infantile. Forse perché non lo era?