WiFi, nessun binario morto

WiFi, nessun binario morto

Il TAR del Lazio boccia il ricorso del Codacons: nessun problema per la connessione senza fili sui vagoni dell'alta velocità. Almeno fin quando non si pronuncerà un giudice ordinario
Il TAR del Lazio boccia il ricorso del Codacons: nessun problema per la connessione senza fili sui vagoni dell'alta velocità. Almeno fin quando non si pronuncerà un giudice ordinario

Il Tribunale amministrativo (TAR) del Lazio ha respinto la richiesta con cui il Codacons voleva bloccare l’accordo tra Trenitalia e Telecom per portare il WiFi a bordo dei treni .

L’associazione che tutela i consumatori aveva chiesto la disattivazione del WiFi sui vagoni in modo tale da consentire la riduzione dell’esposizione dei passeggeri alle “onde magnetiche ed elettromagnetiche” che complessivamente superano “i limiti fissati dalla legge”, rappresentando un “potenziale pericolo per la salute dei passeggeri”. Chiedeva, inoltre, la segnalazione tramite cartelli della pericolosità delle emissioni.

La battaglia di Codacons contro il WiFi sui treni è partita da una serie di rilevazioni effettuate a bordo delle carrozze di Trenitalia ed NTV. E anche se non vi sono certezze sul fronte scientifico circa la nocività di tali emissioni, non si tratta del primo caso di movimento anti-WiFi in Italia: solo la settimana scorsa genitori preoccupati hanno ottenuto la rimozione di un hotspot WiFi da una scuota elementare di Civitanova Marche.

Nel caso del ricorso Codacons, tuttavia, il TAR ha stabilito che esso è “inammissibile per difetto di giurisdizione”, in quanto “il negoziato stipulato tra due soggetti aventi natura soggettivamente privatistica” nulla ha a che fare con un provvedimento di natura pubblica o un altro tipo di atto amministrativo. Insomma, il Codacons deve rivolgersi ad un giudice ordinario.

Entrando poi nel merito della pericolosità delle emissioni, il tribunale amministrativo ha specificato che le leggi italiane “risultano pienamente coerenti con il principio di precauzione” e con la Risoluzione del Consiglio d’Europa del maggio 2011, che per il Codacons non era rispettata dalla normativa italiana. Riferisce infatti che “nulla vieta che i limiti di esposizione e le modalità di calcolo possano essere rivisti, sulla base dell’aggiornamento dello stato delle conoscenze, ma ciò al momento non è avvenuto probabilmente per l’assenza di riscontri scientifici certi”.

Il TAR, inoltre, ha riferito che la presenza del WiFi era “adeguatamente pubblicizzato sul sito internet di Trenitalia e con l’apposizione di appositi segnali sulle carrozze ed è stata preceduta da una serie di spot televisivi”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
13 feb 2014
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