Datagate, i guardoni delle webcam

Datagate, i guardoni delle webcam

L'intelligence britannica, supportata da quella statunitense, ha intercettato anche le videochiamate mediate dalla Rete. Comprese quelle a luci rosse, tra il 3 e l'11 per cento del totale
L'intelligence britannica, supportata da quella statunitense, ha intercettato anche le videochiamate mediate dalla Rete. Comprese quelle a luci rosse, tra il 3 e l'11 per cento del totale

La britannica GCHQ ( Government Communications Headquarters Communications ), insieme all’NSA, ha intercettato anche immagini di chat effettuate attraverso la piattaforma webcam di Yahoo per scandagliarle con strumenti di riconoscimento facciale.

Secondo le nuove indiscrezioni snocciolate da Edward Snowden e ottenute dal Guardian , l’agenzia di spionaggio britannica con l’operazione chiamata “Optic Nerve” (nervo ottivo) ha intercettato, tra il 2008 e il 2010, e raccolto le immagini delle chat effettuate sulla piattaforma video di Yahoo: si parla di 1,8 milioni di utenti coinvolti in un arco temporale di appena sei mesi.

Ad aiutare GCHQ, che non avrebbe tutte le competenze tecniche necessarie a portare avanti questa operazione autonomamente, l’NSA: il suo strumento di ricerca XKeyscore , già citato nelle rivelazioni di Snowden, è stato impiegato per scandagliare le immagini raccolte e ed è servito costruire uno strumento per identificare il traffico di videochat scambiate sulla piattaforma di Yahoo oggetto delle intercettazioni.

Oltre allo scandalo conseguente alla violazione della privacy degli utenti, con il problema legato al fatto che gli analisti britannici non hanno bisogno di alcun mandato per intercettare cittadini statunitensi, ancora una volta è dubbia anche l’efficacia dell’operazione : non è dato sapere se attraverso questa massiva raccolta di immagini di videoconversazioni private, insomma, è stato possibile o meno individuare sospetti terroristi sgominando complotti internazionali.

D’altra parte, sono quasi certamente state inutili una percentuale di queste conversazioni, compresa quella che vale tra il 3 e l’11 per cento, che secondo i documenti riguardava contenuti a luci rosse e immagini di nudi.

Yahoo ha risposto duramente affermando di essere all’oscuro del programma di intercettazione che renderebbe ancora più inquietanti le operazioni di spionaggio, mostrando “un livello di violazione della privacy dei nostri utenti totalmente nuova”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
28 feb 2014
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