Google taglia i prezzi di Drive

Google taglia i prezzi di Drive

Una drastica sforbiciata ai listini rende il cloud storage di Mountain View il più economico sul mercato. Non resta che attendere la reazione della concorrenza
Una drastica sforbiciata ai listini rende il cloud storage di Mountain View il più economico sul mercato. Non resta che attendere la reazione della concorrenza

Google ha deciso di giocare la carta del prezzo per rilanciare le fortune del suo Drive: il cloud storage di Mountain View è diventato in una notte il più economico sulla piazza, con sconti notevoli sul listino precedente. Il risultato è che per 100GB sui server di Big G oggi ci vogliono appena 24 dollari l’anno (erano circa 60 in precedenza), la metà di quanto offre al momento Microsoft OneDrive e appena un quarto rispetto all’analoga offerta della capolista Dropbox .

La possibilità di praticare prezzi stracciati, appena 1,99 dollari al mese per 100GB e 9,99 dollari per 1 terabyte, a Google è garantita dalla sua infrastruttura IT: a Mountain View si sono specializzati nella creazione e gestione di hardware datacenter per scopi aziendali, e hanno poi progressivamente allargato l’offerta oltre il search e l’advertising alla fornitura di servizi per il cloud computing. L’ottimizzazione costante dell’infrastruttura ha permesso di arrivare a questo punto: di fatto si taglia del 50 per cento il listino rispetto all’offerta precedente , e si mette tutta la concorrenza in grave imbarazzo visto che sarà necessario rispondere a questa mossa.

A essere messa maggiormente in difficoltà da questa novità è senz’altro Dropbox, che ha il suo core business proprio nel cloud storage: in questo momento la forbice tra il suo listino e quello Google è piuttosto evidente, e sebbene Dropbox sia senza dubbio l’azienda più nota del settore sarà obbligata a provare almeno a tener testa all’offensiva di Mountain View. Un altro pezzo grosso del settore è Microsoft, che però non ha (ancora) in OneDrive uno dei suoi asset portanti: è probabile che il grosso delle sottoscrizioni del suo storage nella nuvola provenga da Office 365, e in ogni caso anche Redmond ha propri datacenter con cui tentare di competere anche nel prezzo con Google. Per tutti gli altri , da Box a SugarSync, ora la strada si fa davvero dura : scalare marcia per tener testa al ribasso sarà tutt’altro che semplice. ( L.A. )

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Pubblicato il 14 mar 2014
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